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I meteorologi hanno perso la battaglia contro il 5G e le sue frequenze

Gli scienziati e le organizzazioni che si occupano di meteorologia. spingevano da tempo per imporre dei limiti rigorosi sulle modalità d’uso di frequenze utilizzate dalla tecnologia 5G ma nel corso dell’ultima World Radiocommunication Conference che si è svolta in Egitto, i loro rappresentanti hanno votato per creare un nuovo standard di riferimento internazionale che prevede limiti meno stringenti sull’uso di alcune specifiche frequenze radio, considerate fondamentali per accurate previsioni metereologiche.

I meteorologi statunitensi avevano riferito di essere preoccupati perché alcune delle frequenze sfruttate dal 5G sono troppo vicine a quelle utilizzate dai satelliti per le osservazioni meteo. Il rischio di interferenze potrebbe verificarsi con i satelliti meteorologici che osservano aree coperte dal 5G, potenzialmente non osservabili con precisione.

La decisione di un nuovo standard di riferimento – spiega TheVerge – è il culmine di una battaglia tra la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), affiancata dalla NASA, che si è scontrata con la Federal Communications Commission (FCC), l’agenzia che – tra le altre cose – gestisce le reti wireless statunitensi.

Il problema maggiore riguarderebbe la frequenza dei 23,8 GHz, quella alla quale il vapore acqueo nell’atmosfera emette un debole segnale, monitorata da vari satelliti per ottenere dati riguardanti l’umidità nell’atmosfera. Le stazioni 5G propagano segnali alla stessa frequenza e in particolari condizioni non sarebbe possibile distinguere se il segnale è di natura artificiale o naturale.

Test 5G bruciano i dati di un mese in un’ora

In Egitto è stato stabilito per il livello di segnale 5G fino a -39 dBW all’infuori della banda a 24GHz, un parametro che è meno stringente di quanto aveva chiesto dalla World Meteorological Organization, che indicava come indispensabile portare il livello del segnale ad almeno -50 dBW per ridurre le perdite delle informazioni.

Secondo Studi della Nasa e della National Oceanic and Atmospheric Administration potrebbero esserci problemi nella rilevazione corretta di uragani e altre tempeste, soprattutto quando toccano terra. Jim Bridenstine, amministratore della NASA, ad aprile di quest’anno aveva evidenziato che non potendo effettuare previsioni accurate, non è possibile ad esempio avvisare ed evacuare in tempo la popolazione, con ovvie conseguenze. Davvero il contrario di quanto la nuova tecnologia promette di ottenere con una trasmissione dati più potente ed accurata.

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