Prima i dazi di Trump e le tensioni commerciali tra USA e Cina poi, aggiungiamo noi, anche la pandemia: secondo il presidente di Foxconn «La Cina non è più la fabbrica del mondo». Durante la presentazione dei risultati del secondo trimestre, superiori alle previsioni come abbiamo riferito, il dirigente ha rilasciato importanti dichiarazioni che confermano la spinta alla diversificazione geografica per fornitori e partner commerciali di Apple, sopratutto per iPhone.
Ormai da oltre un anno i principali assemblatori di Cupertino si stanno attrezzando per evitare i dazi aggiuntivi entrati in vigore per diversi prodotti di elettronica di consumo, oltre che periodicamente minacciati dall’amministrazione Trump su nuove categorie di dispositivi e di mercati. Questo ha portato al potenziamento di fabbriche e stabilimenti al di fuori dalla Cina, inclusi importanti investimenti in India, Vietnam, Taiwan e altri paesi ancora.

In ogni caso prima le tensioni commerciali tra USA e Cina e poi il blocco totale delle fabbriche in Cina a febbraio hanno ampiamente dimostrato che è troppo rischioso per Apple concentrare tutta la sua produzione o quasi in un unico paese, indipendentemente da quale sia. Più volte negli ultimi mesi le indiscrezioni dall’Asia indicano Apple impegnata a spingere i proprie partner e fornitori a rafforzare gli stabilimenti fuori dalla Cina e a crearne di nuovi.

Tutte le notizie di macitynet che parlano di Foxconn, Coronavirus e Apple sono disponibili ai rispettivi collegamenti. Per tutto quello che c’è da sapere sui nuovi iPhone 12 rimandiamo a questo approfondimento di macitynet. Invece per tutte le notizie e gli articoli che parlano di iPhone e Android si parte dai rispettivi collegamenti.











