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Foxconn, ripresa la produzione nello stabilimento dell’incidente

Sarebbe stata la presenza di polvere di alluminio in un condotto di ventilazione a determinare l’esplosione avvenuta due settimane fa in uno degli stabilimenti di Foxconn. A dare quelli che sono i primi, ma attendibili, esiti dell’indagine del tragico evento che è costato la vita a tre persone e il ferimento di altre 15 è la stessa società cinese.

«La deflagrazione – si apprende da un comunicato firmato dal portavoce Louis Woo e riportato dal Wll Street Journal – è stata con ogni probabilità la conseguenza di polveri di alluminio nei condotti di aerazione. Abbiamo condotto una dettagliata analisi di quanto avvenuto e disposto nuove procedure e politiche di sicurezza, inclusa una migliore ventilazione e un variazione delle pratiche di trattamento delle polveri di risulta dalle lavorazioni».

Il sospetto che fosse stata la polvere di alluminio, un prodotto che in particolari condizioni e in presenza di un innesco è in grado di trasformarsi in un potente esplosivo, a derminare l’incidente era sorta fin dai primi minuti dopo la diffusione della notizia. La zona dello stabilimento era infatti destinata a finitura dei dispositivi elettronici e questo processo prevede l’eliminazione di sbavature e la satinatura dei dorsi di cui molti, come quelli di iPad, sono in alluminio.

Foxconn ha reso noto che le indagini su quanto accaduto continuano, ma la produzione ha potuto riprendere secondo i ritmi previsti e consueti. Questo significa che se ci sono stati problemi alla linea di assemblaggio di iPad, problemi che per altro non sono mai stati confermati nè da Apple nè dal Foxconn, questi dovrebbero essere stati superati.

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