Il nome probabilmente non dirà molto ai più, eppure le sue immagini sono tra le più riconoscibili degli ultimi cinquant’anni perché hanno definito uno stile, esemplificato da quella forse più iconica di tutte: il ritratto di Steve Jobs. Albert Watson, fotografo scozzese classe 1942, sta per pubblicare con Taschen una monografia che attraversa l’intera sua carriera professionale. Il volume, intitolato “Kaos”, arriva nelle librerie oggi, 28 novembre 2025, e coincide con l’inaugurazione della mostra “Kaos II” presso la galleria A. Galerie di Parigi, aperta dal 10 novembre al 20 dicembre.
Il libro si presenta come un oggetto fuori dagli schemi consueti. Watson ha scelto deliberatamente di evitare l’ordine cronologico o la suddivisione per temi, preferendo quello che lui stesso definisce un approccio da feed di Instagram. Le 400 pagine dell’edizione multilingue alternano ritratti iconici di celebrità a paesaggi della Scozia natale, fotografie di moda e opere recenti scattate a Roma.
Una carriera nata dal caso
La svolta professionale arrivò nel 1973 con un ritratto destinato all’edizione natalizia di Harper’s Bazaar. Il soggetto era Alfred Hitchcock, che Watson fotografò mentre teneva in mano un’oca spennata. All’epoca il giovane fotografo non aveva mai immortalato personaggi famosi e l’incarico lo terrorizzava. Eppure ebbe il coraggio di proporre un concetto completamente diverso da quello richiesto dalla rivista, che voleva il regista con un piatto preparato.
Watson aveva studiato graphic design e cinema prima di trasferirsi negli Stati Uniti nel 1970. Nato a Edimburgo e cieco da un occhio dalla nascita, ha costruito negli anni una carriera che gli è valsa oltre cento copertine di Vogue in tutto il mondo. Nel 1975 vinse un Grammy Award, nel 2015 la Regina Elisabetta II gli conferì l’Ordine dell’Impero Britannico.
La sua formazione eclettica traspare nel lavoro finale. Watson stesso racconta che il suo approccio nasce dalla somma di studi e passioni diverse. Le influenze del graphic design e del cinema emergono nella struttura grafica delle immagini e nel loro respiro cinematografico. Photo District News lo ha classificato tra i venti fotografi più influenti di tutti i tempi, accanto a Richard Avedon e Irving Penn.
Il ritratto che definì un’epoca
Tra le immagini più celebri resta il ritratto di Steve Jobs del 2006. La fotografia apparve sulla copertina della biografia scritta da Walter Isaacson (autore di svariate biografie di uomini famosi) e sulla homepage di Apple dopo la morte del fondatore. La sessione, programmata per un’ora, durò appena venti minuti. Jobs la commentò definendola la migliore foto mai scattata di lui, e secondo Watson la tenne sulla scrivania per anni.
Il fotografo ricorda di essere arrivato due ore prima dell’appuntamento per preparare ogni dettaglio dell’illuminazione. Sapeva di avere poco tempo con un uomo notoriamente impaziente. Quando Jobs entrò nello studio, Watson gli disse di aver bisogno solo di trenta minuti, mettendolo subito a proprio agio.
Durante lo scatto chiese al fondatore di Apple di posare come se fosse in una riunione con persone che non condividevano le sue idee, ma sapendo di avere ragione. Jobs rispose che lo faceva ogni giorno. Watson scattava ancora su pellicola, cosa che sorprese il fondatore di Apple, convinto che il digitale avrebbe presto raggiunto e superato la qualità della pellicola tradizionale.
Un metodo contro le convenzioni
La monografia include anche un saggio di Philippe Garner, ex responsabile del dipartimento di fotografia di Christie’s, ampie dichiarazioni di Watson e decine di Polaroid mai pubblicate prima provenienti dagli archivi personali. Il progetto riflette un’idea precisa: mescolare i generi fotografici senza soluzione di continuità, facendo dialogare moda, ritratto e paesaggio.
Nel libro compaiono i volti di Mick Jagger, Kate Moss e Andy Warhol. Quest’ultimo, che all’epoca era rappresentato da un’agenzia di modelli come qualsiasi top model, chiese espressamente a Watson di fotografarlo nello stile del poster di Terminator con Arnold Schwarzenegger. L’artista estrasse dalla tasca l’immagine di riferimento indicando ogni dettaglio che gli piaceva.
Gli ultimi lavori realizzati a Roma nel 2024 completano il percorso. Tra questi spicca una fotografia scattata al porto di Ostia, dove un trampolino abbandonato degli anni Venti emerge dietro un nightclub controllato dalla mafia. Per realizzare lo scatto Watson dovette ottenere due permessi: uno dal Comune di Roma e uno dalla criminalità organizzata, che gli concesse solo trenta minuti di tempo.
Il metodo dietro il caos
Watson definisce il proprio lavoro una somma di influenze piuttosto che un corpus classificabile secondo categorie rigide. La struttura del libro rispecchia questa filosofia: le immagini si susseguono senza ordine apparente, creando accostamenti inaspettati. Un paesaggio scozzese può trovarsi accanto al ritratto di una celebrità o a una fotografia di moda.
Questa scelta riflette anche un cambiamento nel modo di fruire le immagini. L’era dei social network ha abituato a un flusso continuo dove soggetti diversi si mescolano senza gerarchia. Watson abbraccia questa logica pur mantenendo il controllo sulla qualità formale di ogni singola immagine. Il risultato è un vero e proprio percorso visivo che attraversa cinquant’anni di storia della fotografia senza mai fermarsi.
La retrospettiva testimonia anche l’evoluzione tecnologica del mezzo fotografico. Nonostante Watson abbia scattato il famoso ritratto di Steve Jobs con la pellicola, come ha fatto molte altre volte, in realtà ha accettato e sperimentato con tutti i tipi di apparecchi fotografici e oggi lavora in preproduzione, scatto e post-produzione con il digitale. Nel libro si vede che il suo lavoro ha attraversato l’intera transizione dalla pellicola al digitale, mantenendo costante l’attenzione alla composizione e alla luce. I paesaggi scozzesi, soprattutto, mostrano come la tecnologia digitale permetta di catturare variazioni minime nella superficie dell’acqua e nei riflessi, creando sequenze che sembrano dipinti impressionisti o astrazioni grafiche.












