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Apple e iPhone: sorprendente crescita in Giappone

il Giappone sta diventando il mercato top al mondo per iPhone, con cifre che insidiano quelle prodotte negli USA. Sono queste i sorprendenti ati diffusi dal Wall Street Journal in merito alle vendite e alla crescita di Apple in Giappone.

Secondo il rapporto del giornale finanziario,negli ultimi due anni, il Sol Levante è la regione dove Apple ha ottenuto la più rapida ascesa, superando di gran lunga il mercato americano e anche quello, sempre in espansione, di Cina e del resto dell’Asia. Il Giappone è anche sede di grandi margini di profitto di Apple, ed anzi è l’unica in cui l’utile operativo è cresciuto nello scorso anno fiscale.

Questo dato sorprende un po’ tutti per il semplice fatto che il Giappone non rappresenta il prototipo di mercato ideale in cui crescere per la maggior parte delle aziende, dato che si tratta di una terra attraversata da due decenni di malessere economico con un grande indice di invecchiamento della popolazione. Inoltre, le imprese nazionali che si occupano di elettronica di consumo hanno tenuto a bada i concorrenti stranieri per decenni, Apple inclusa, usando tecnologie proprietarie e una capacità di comprendere il mercato che i concorrenti che arrivano da altre parti del mondo non hanno mai dimostrato. Aspetto tanto più vero nel contesto della telefonia dove anche un colosso ultraspecializzato con Nokia non è mai riuscita a sfondare neppure nel momento del suo massimo fulgore.

Di questo successo si sono accorti anche gli analisti di settore. Stando alle dichiarazioni di Eiji Mori, analista presso la BCN con sede a Tokyo, il “marchio di Apple è semplicemente travolgente” in Giappone. L’ascesa di Apple non si è arrestata nemmeno negli ultimi mesi. Anzi le vendite hanno ottenuto una ulteriore spinta alla fine di settembre , quando NTT DoCoMo, uno dei più grandi operatori del Giappone, ha iniziato ad offrire l’iPhone, per la prima volta, ai suoi 61,8 milioni di clienti. Ma anche prima di questa enorme spinta, l’iPhone era comunque lo smartphone più venduto in Giappone, con una quota di mercato pari al 37% nel semestre conclusosi al 30 settembre, almeno stando ai report diffusi da Research Institute di Tokyo. Questo dato, secondo il Kantar Worldpanel Comtech, è paragonabile alla quota del 36% ottenuta da iPhone negli Stati Uniti nel corso del terzo trimestre.

Il Giappone, però, non premia Apple solo sul versante degli smartphone. Anche l’iPad ha ottenuto un enorme successo, in considerazione di una quota di mercato pari all’intero mercato dei tablet e PC nell’anno fiscale terminato a marzo 2013.

Stando, invece, agli studi portati avanti da Strategy Analytics, il Giappone è stato il quarto più grande mercato di smartphone al mondo nel primo trimestre del 2013, secondo solo a Cina, Stati Uniti e India. Questo dimostra che il mercato in cui Apple si è appena affermata con grandi risultati, è tra i più importanti al mondo. Ancor più positivo appare questo dato, se si considera che il Giappone è il mercato più redditizio per Apple con margini di profitto operativi superiori al 50%, contro il 35% di media nel resto del mondo.

Se il presente è davvero esaltante per Apple, le prospettive sono ancora più rosee in terra Giapponese, se si considera che Timothy Arcuri , amministratore delegato di Cowen & Co. , stima che la casa di Cupertino venderà tra gli 11.000.000 e i 12.000.000 iPhone nel corso del 2013, ossia il doppio rispetto al 2012, questo probabilmente per la conquista della partnership con NTT DoCoMo, il principale operatore mobile giapponese che è finalmente arrivata, per ultimo tra i grandi carrier locali, a patti con Cupertino.

Il passo è giunto dopo avere constatato che gli smartphone di Samsung, tra cui il Galaxy S4 risultano (come molte delle cose che arrivano dalla Corea) particolarmente indigesti ai cittadini giapponesi. Di fronte alla rapida emorragia di clienti, specialmente i più giovani e quelli che vivono nei grandi centri urbani sensibili alle mode, a beneficio di KDDI e SoftBank, l’azienda, nata come costola delle poste giapponesi e ancora oggi controllata dal governo, ha messo da parte tutte le pregiudiziali su personalizzazione della schermata di avvio e compatibilità con tecnologie ultraproprietarie  e si è piegata ad un cellulare privo di qualunque possibilità di blocco e vincolo sui contenuti e sui servizi, uno dei fattori che ha prodotto in passato i profitti più ricchi per Ntt DoCoMo.

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