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Big IT vs Antitrust USA, per ora Microsoft è l’unica fuori pericolo

Facebook, Amazon, Apple e Google sono oggetto di indagine da parte della commissione Giustizia della Camera per presunti abusi della legge antitrust americana.  Uno studio durato 16 mesi e che ha portato alla redazione di 449 pagine sembra gettare le basi per drastiche riforme contro l’eccessivo potere dei big del mondo IT e si paventano possibili scorpori di attività, divieti di nuove acquisizioni e di e multe da parte delle autorità di supervisione.

C’è una sola azienda che al momento non è sotto l’occhio del ciclone della commissione: Microsoft. Pramila Jayapal, una politica e attivista statunitense – membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato di Washington – parlando della multinazionale di Redmond l’ha definita “The only adult in the room” (unico adulto nella stanza), la sola azienda in grado di vantare credenziali coerenti dopo avere indagato sugli altri big del mondo IT per 16 mesi.

Il rappresentante del distretto di Seattle della Camera dei Rappresentanti – riferisce Yahoo Finance – include il quartier generale di Amazon, e le pratiche aziendali di quest’ultima, in particolare i dati dai venditori di terze parti, sono state uno dei principali obiettivi nel corso delle indagini antitrust. «È compito del congresso assicurarsi che un’azienda come Amazon non possa mettere fuori gioco un’attività che produce ad esempio pannolini riuscendo ad ottenere informazioni alle quali nessun’altro ha accesso, sfruttando questi dettagli per sostenere le perdite e buttare fuori le piccole realtà».

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Pramila Jayapal riferisce anche di rapporti poco cordiali con il CEO di Amazon nel periodo nel quale si sono svolte le indagini e sono stati ascoltati i capi dei quattro colossi: Jeff Bezos, Tim Cook, Mark Zuckerberg e Sundar Pichai.  Jayapal racconta che non aveva mai incontrato Bezos, di avere parlato con lui una sola volta in un meeting via rete e che le comunicazioni da allora sono state scarne. «Sono stata aperta al confronto con Bezos e l’ho invitato a incontrarmi molte volte», dice ancora Jayapal riferendo di avere ad ogni modo incontrato altri manager senior dell’azienda di commercio elettronico.

«La morale della favola è che l’autoregolamentazione non funziona» dice ancora Jayapal e indica Microsoft come esempio di comportamento che Amazon dovrebbe seguire collaborando attivamente con il governo. Nel 198 partirono le indagine sule politiche di marketing della Microsoft e sulla anticoncorrenzialità di sue pratiche di vendita. Il Department of Justice (Dipartimento di Giustizia) portò Microsoft alla stesura di un accordo che obbligava a non praticare condizioni sfavorevoli nei confronti di concorrenti e produttori; l’accordo fu ritenuto blando da molti osservatori che avrebbero visto meglio una divisione in più società, come accade nel 1984 con AT&T.
antitrust microsoftBill Gates riuscì ad evitare lo split aziendale promettendo di cambiare l’approccio. Microsoft «Ha dovuto cambiare la sua cultura e le sue aree di attività», riferisce Jayapal. Il coinvolgimento del governo avrebbe a suo dire portato Microsoft a creare una «Piattaforma che ha consentito ad altre aziende più piccole di prosperare». Jayapal indica ancora Microsoft come esempio del perché smantellare una società non è sempre la migliore opzione possibile. «Forse col senno di poi, anche Amazon, dopo che li avremo disciplinati, obbligandoli a seguire alcune raccomandazioni indicate nel nostro report, guarderà indietro e dirà che è stata una mossa giusta».

La multinazionale di Cupertino – con una dichiarazione rilasciata alla stampa – ha fatto sapere di essere “fortemente in disaccordo” con le conclusioni indicate nel report per ciò la riguarda. In futuro Apple ha intenzione di indicare in dettaglio perché contesta i risultati dell’organo parlamentare. La risposta completa di Apple è su questa pagina di macitynet.it.

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