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Black Mirror torna su Netflix con la sesta stagione sempre più distopica

Black Mirror, la serie televisiva creata e scritta da Charles Brooker, torna con una nuova stagione – la numero sei – che è meno centrata sulla tecnologia e più sugli esseri umani. Ed è veramente molto buona.

Quando ha fatto il suo esordio, nel 2011, Black Mirror era molto diversa da quello che poi sarebbe arrivato su Netflix. La serie britannica creata da Brooker (che è anche un presentatore, umorista satirico oltre che autore e produttore) era infatti stata proposta a Channel 4, canale televisivo storico del Regno Unito, e aveva una carica “tech-noir” fortissima. Costruita sulla falsariga della famosa serie tv americana ‌The Twilight Zone, la serie di Moore era parimenti antologica e quasi una prova d’autore, con episodi che erano piccoli film o mediometraggi che venivano trasmessi con lunghe pause: i primi tre nel 2011, poi altri tre nel 2013, uno speciale nel 2014 e poi il rischio chiusura.

È stato Netflix, il colosso dello streaming, a vedere una potenzialità enorme in questa serie unica e a decidere di acquistarne i diritti per produrne altri episodi. Dopo una pausa di un anno è uscita la stagione tre a ottobre 2016 con un blocco di sei episodi che ha fatto la storia dello streaming. Poi le stagioni successive di sei, tre e quattro episodi, più un film interattivo, sono state rilasciate tra il 2017 e il 2019. È iniziato un lento declino della creatività.

Per la critica la serie si stava avvolgendo su se stessa, con episodi scritti e prodotti benissimo ma con dei limiti forti di sviluppo della storia e capacità di sorprendere e graffiare. Anche se, al centro, la serie di fantascienza distopica made in UK ha sempre tenuto questa sua capacità di presentare le ultime tecnologie e gli effetti negativi che possono avere sulla società e gli individui.

Dire che Black Mirror ha avuto successo è un eufemismo: ha generato tentativi di imitazione in tutto il mondo dello spettacolo ed ha prodotto un rinnovato interesse per un filone della fantascienza che è sempre stato tra i più appassionanti perché insidioso e capace di offrire le storie più graffianti.

Il successo della serie è arrivato sostanzialmente dalla sua capacità di tenere fede alla promessa del titolo, cioè offrire uno sguardo al nostro vero io riflesso dalle superfici lucide dei nostri smartphone. Tecnologia e persone. Persone e tecnologia. La rivista inglese Screen ha scritto che molti episodi descrivono “emozioni e desideri umani di base” che “si intersecano con, e vengono stravolti da, un sistema tecnologico che invariabilmente va fuori controllo e porta alla catastrofe”. Le ambientazioni “sono generalmente patriarcali e capitaliste“. I temi ricorrenti “sono la privacy e la sorveglianza dei dati, la realtà virtuale, l’individualismo e il consumismo”.

Ma con la sesta serie – questa stagione appena arrivata, la prima dopo la pausa della pandemia e lockdown, va in una direzione parzialmente diversa. La telecamera è puntata sulla serie stessa, sempre meno sulla tecnologia e sempre più sui media e la capacità che hanno di rappresentare il mondo. La fantascienza passa quasi in secondo piano. C’è una maggiore propensione all’esercizio di stile nel “world building”, nella creazione degli scenari e dei setting che devono rappresentare le varie distopie, e questo fa capire quanto sia pensata e raffinata, oltre che ricca, la produzione della serie. Ma di fondo c’è qualcosa che è cambiato nel modo di Brooke di vedere il mondo, ed è la perdita di fiducia non tanto negli esseri umani (che l’autore sembra non aver mai avuto) quanto nel progresso della tecnologia stessa. Che negli episodi non è quasi più necessaria o gioca un ruolo molto periferico e tutto sommato accessorio.

Black Mirror torna con la sesta stagione sempre più distopica

La scrittura e la produzione di questa serie è precedente all’esplosione dell’intelligenza artificiale, che ricordiamo è iniziata a novembre del 2013 con la messa online aperta a tutti di ChatGPT. L’autore stesso ammette che adesso la possibilità di scrivere un episodio centrato sulle AI in futuro è passato decisamente in secondo piano. Invece, adesso i temi sono più legati all’immagine che si riflette nel televisore o comunque nei media di comunicazione di massa più che nei computer.

Nel primo episodio Joan is Awful (“Joan è terribile”), l’episodio di punta della nuova stagione, una donna manager con un ruolo aggressivo al lavoro ma frustrata dalla banalità dei sentimenti nella sua vita di ogni giorno scopre all’improvviso che la sua vita è stata trasformata in un patinato e iper-realistico show televisivo interpretato da Salma Hayek, che viene trasmesso dal servizio di streamign Streamberry, che poi è un clone fantastico di Netflix stessa. In un gioco di rimandi su rimandi, sposando uno dei temi più amati dalla fantascienza moderna e cioè quello della simulazione del mondo (Da Matrix a Il tredicesimo piano, per intendersi) e rendendolo di una attualità e soprattutto contemporaneità sconvolgente.

Non sappiamo quale sarà il futuro di Black Mirror, la serie che ha fatto innamorare il grande pubblico dello streaming del genere fantascientifico-distopico e ha ricreato una forma di intrattenimento seriale che al tempo stesso non tiene prigionieri nella formula della stagionalità televisiva per episodi, fatta di continui rinvii e negazioni di un finale soddisfacente, grazie al formato antologico con episodi auto-conclusivi (cosa che permette di guardare gli episodi di qualsiasi stagione senza un ordine).

Certamente il suo creatore e autore unico ha avuto l’intelligenza, con questa sesta serie, di ripartire e cambiare il tono. Eliminando gli stereotipi di un certo tipo di scenari fantascientifici che lui ha descritto come “renderla una serie a proposito di un tizio la cui coscienza viene caricata su un dischetto“. Questa ripartenza a nostro avviso nella sesta stagione ha prodotto un ottimo risultato. A tratti straniante, forse. Ma questo dopotutto è il senso di Black Mirror.

Per chi non desidera perdersi i nuovi episodi di Black Mirror su Netflix, può essere utile il nostro articolo su come abbonarsi a Netflix e sulle tariffe degli abbonamenti a Netflix. L’applicazione Netflix su App Store, invece, si scarica direttamente a questo indirizzo. Tutte le novità sulla piattaforma della tv in streaming si possono trovare nella sezione dedicata a Netflix di Macitynet.

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