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Con Rosetta 2 la transizione ad Apple Silicon sarà più dolce

E’ cominciata l’era dei Mac con Apple Silicon e come era già accaduto nel 2006 con il passaggio da PowerPC a Intel, l’abbandono di quest’ultima sarà graduale e agevolato da Rosetta 2, l’emulatore di Apple che consente di aprire le app Intel sui nuovi Mac con processore M1.

Questo processore è infatti il primo della nuova linea di chip realizzati da Apple. A differenza dei processori con architettura x86-64 che troviamo nei processori Intel dei Mac attuali, l’M1 di Apple utilizza un’architettura ARM64. Questo, per i non addetti ai lavori, significa che da un lato i nuovi Mac saranno in grado di eseguire anche le applicazioni scritte per iOS e iPadOS, dall’altro impedisce ai nuovi Mac di eseguire le applicazioni progettate per i vecchi chip Intel.

Ecco perché Apple ha introdotto Rosetta 2 in macOS Big Sur. «Rosetta è un sistema di traduzione che consente agli utenti di eseguire le applicazioni che contengono istruzioni x86-64 su Apple Silicon» si legge nella documentazione fornita agli sviluppatori «Rosetta ha lo scopo di facilitare la transizione ai nuovi processori, dando il tempo agli sviluppatori di creare un codice universale per le proprie app».

Insomma, Rosetta 2 è un emulatore che darà un po’ di respiro agli sviluppatori durante questa transizione verso l’architettura di Apple, in quanto le loro applicazioni già esistenti continueranno a funzionare dandogli il tempo di aggiornarne il codice. Dall’altra parte, per gli utenti questo processo sarà pressoché invisibile in quanto la conversione accade nelle retrovie: al massimo potrebbero notare un leggero rallentamento nelle prestazioni delle app in quanto oltre all’avvio della stessa viene eseguita anche una sorta di “traduzione” del codice in tempo reale (qui un approfondimento sulle prestazioni di Rosetta 2).

Probabilmente gli sviluppatori però non dovranno tergiversare troppo perché non si sa per quanto tempo Rosetta 2 sarà disponibile. La prima versione di questo emulatore fu rilasciata nel 2006 per allegerire la transizione dei Mac che abbandonavano i processori PowerPC per passare a quelli Intel: fu incluso in Mac OS X Tiger e già in Snow Leopard non era più presente per impostazione predefinita ma doveva essere l’utente ad installarlo manualmente. Poi, a partire da OS X Lion, il supporto all’emulatore è stato definitivamente dismesso.

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