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Ghostwriter, la macchina per scrivere intelligente

Prendete una vecchia macchina per scrivere elettrica, una scheda Arduino che funzioni da microcontroller e un Raspberry Pi che faccia da computer. Metteteci un po’ di capacità manuale, un saldatore, qualche conoscenza di elettronica, un po’ di righe di codice, una buona connessione e, signore e signori, avete trovato il genio della lampada. Il ghostwriter perfetto.

Cos’è Ghostwriter

La grande sensazione di fine anno, quello che caratterizzerà il ricordo del 2022 negli anni a venire, non è Elon Musk o Meta ma ChatGPT, il sistema di conversazione via chat, il bot che si è trasformato nella sensazione del momento. Se ricordate un po’ di tempo fa lo abbiamo anche intervistato. È fenomenale, a capire cosa sa fare. Però siamo solo all’inizio.

Ghostwriter, la macchina per scrivere intelligente

In molti hanno pensato che potrebbe essere usato anche come “aiuto” per scrivere, generare idee, costruire trame, articoli, ricerche, temi, relazioni. Di tutto di più. Ma nessuno si è spinto dove è arrivato Arvind Sanjeev, designer e programmatore.

L’uomo ha creato una macchina per scrivere capace di rispondere e depositare su carta (niente schermo, solo fogli) non solo quello che scrive chi la adopera, ma anche quel che risponde e scrive il genio nella lampada (anzi nella macchina) di ChatGPT. E ha raccontato tutto il suo processo creativo su Twitter.

Una vecchia Brother

Per creare Ghostwriter il buon Arvind Sanjeev ha usato una Brother AX-325, una vecchia macchina per scrivere degli anni 90. La caratteristica che l’uomo cercava non era tanto un display lcd (che la macchina non ha) quanto il tipo di funzionamento elettrico: la macchina raccoglie i segnali della pressione dei tasti e li trasmette alla testina che si muove orizzontalmente e funziona come una specie di stampante meccanica, con una testina a margherita. Una macchina per scrivere di questo tipo non è un computer ma è comunque elettronica e quindi, intercettando i segnali della tastiera e pilotando quelli diretti alla testina, è possibile mettere “nel mezzo” dei computer. Due per la precisione.

Uno è un microcontroller Arduino, che fa tutto il lavoro che fanno i microcontroller nell’elettronica di oggi: dalle lavatrici agli hard disk, gestiscono il funzionamento dell’apparecchio. L’altro è un Raspberry Pi che fa da computer vero e proprio, e gestisce la relazione con i server dove c’è ChatGPT, né più e né meno come fa il computer o lo smartphone sul quale fate girare il browser che si collega al servizio dietro chatbot di OpenAI, cioè GPT-3.

Ghostwriter, la macchina per scrivere intelligente

Il funzionamento

Per creare Ghostwriter, quindi, Sanjeev ha smontato la Brother AX-325 e ne ha decodificato (con un esercizio non complicato di reverse-engineering) i segnali della tastiera, per poi farli passare attraverso la scheda Arduino. Arduino invia quindi i segnali al Raspberry Pi che come abbiamo detto funge da interfaccia di rete per le API di GPT-3 esposte da OpenAI. GPT-3 è il servizio che fa funzionare ChatGPT.

Quando GPT-3 risponde, Ghostwriter digita in maniera piuttosto rumorosa il risultato del modello AI su carta in modo automatico. È la risposta scritta della macchina, ma in realtà è esattamente la stessa attività che ad esempio i terminalisti della fine degli anni Cinquanta facevano con Elea 9003, il primo mainframe a transistor al mondo, creato da Olivetti grazie al genio di Mario Tchou, ingegnere italo-cinese la cui storia è stata raccontata nel graphic novel “La macchina zero” da Ciaj Rocchi e Matteo Demonte.

Ghostwriter, la macchina per scrivere intelligente

Anche all’epoca i terminalisti “ragionavano” con il mainframe scrivendo gli ordini e ricevendo risposta scritta su una telescrivente. Per questo il terminale dei moderni computer ha molte parentele con un sistema strano che ragiona “per righe di testo continuo”, cioè come poteva funzionare una macchina per scrivere trasformata in periferica di input e di ouput di un computer.

Il ghostwriter

Sperimentando con la macchina, Sanjeev si è reso conto di aver bisogno di un modo per controllare la “temperatura” creativa e la lunghezza di risposta del GPT-3, così ha aggiunto due manopole e uno schermo di stato OLED proprio sopra la tastiera. Sanjeev ha anche dato alla macchina una nuova verniciatura personalizzata in grigio, crema e arancione.

Sanjeev ha annunciato Ghostwriter per la prima volta il primo di dicembre, ma il progetto è stato realizzato alcuni mesi prima. “L’idea di Ghostwriter – scrive su Twitter – è nata all’inizio del 2021, ispirata dallo scrittore di fantascienza di Rob Sloan, ma è stato difficile trovare un po’ di tempo da dedicare al mio lavoro a tempo pieno presso Lumen World, quindi ho passato lunghi fine settimana a lavorare su questo progetto”.

In parte progetto artistico, in parte hack artigianale, Sanjeev con Ghostwriter ha voluto dare una dimostrazione della fisicità che è possibile nel rapporto tra esseri umani e AI. E, aggiungiamo noi, se qualcuno mettesse sul mercato un prodotto del genere, cioè una macchina per scrivere capace di interagire con una intelligenza artificiale conversazionale, probabilmente ne venderebbe parecchie.

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