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Google Trova il mio dispositivo si ispira ad Apple Dov’è

Anche Google sta lavorando a una rete trova-tutto come quella di Apple Dov’è. Perché se c’è una cosa che a Cupertino non si può negare è proprio l’efficacia della rete Dov’è, capace di rintracciare qualsiasi iPhone, iPad, Mac o AirTag persi o rubati, anche quando non si trovano entro il raggio del Wi-Fi e del Bluetooth, e persino quando sono spenti.

Cosa bolle in pentola

Google con Trova il mio dispositivo permette di rintracciare gli Android dal 2021 ma sempre e solamente se sono accesi e connessi a Internet. Ma in questi due anni che sono intercorsi pare che Big G abbia lavorato per affinare il sistema e avvicinarlo a quello del suo diretto rivale. E i primi risultati si leggono tra le note di rilascio dell’aggiornamento di Google Play System pubblicato a dicembre, che parlano della capacità di rintracciare i dispositivi Android smarriti o rubati anche quando non sono connessi a Internet.

Google forse avrà il suo Apple Dov’è

Il colosso di Mountain View scrive che questo servizio usa «un nuovo framework incentrato sulla privacy» e supporta l’invio di rapporti crittografati sull’ultima posizione nota. Ciò potrebbe quindi significare che la rete potenziata è pronta per l’implementazione e presto gli utenti Android potrebbero usare i propri dispositivi come ripetitori per l’aggiornamento della posizione di quelli che sono andati persi.

Le altre novità dell’aggiornamento

Quest’ultimo aggiornamento di Google Play Services v50.22 e Google Play Store v33.5 mette in campo anche altre importanti novità. Ad esempio, per alcuni stati degli USA introduce il supporto alle patenti di guida sul Google Wallet. E poi c’è l’archiviazione automatica delle app, introdotta con la versione 33.4 di novembre e adesso migliorata con l’archiviazione automatica quando lo spazio sul telefono comincia ad esaurirsi, che è una buona cosa soprattutto per i telefoni con poca memoria o di fascia bassa.

Annunciata a marzo, questa funzione permette di disinstallare un’app dal telefono per liberare spazio, ma i dati vengono salvati localmente in modo tale che, quando viene installata di nuovo, si può sostanzialmente ripartire da lì, ritrovandola quindi come la si era lasciata l’ultima volta.Google forse avrà il suo Apple Dov’è

Tra le altre novità c’è anche il supporto alla chiave digitale dell’auto sui telefoni Xiaomi, una funzione che fino a questo momento era limitata soltanto ai dispositivi Samsung e Pixel.

Infine Google ha migliorato la verifica dell’identità attraverso il controllo della qualità delle immagini ID caricate, mentre gli utenti con Fitbit Sense 2 e Fitbit Versa 2 adesso possono usare l’app Google Wallet per gestire le carte di pagamento collegate al proprio indossabile.

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