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Huawei accusa il Dipartimento di Giustizia USA di “persecuzione politica”

Gli Stati Unici rilanciano le accuse contro Huawei, rincarando la dose. Secondo il Dipartimento di Giustizia l’azienda cinese e quattro sussidiarie avrebbero rubato segreti commerciali a sei aziende IT statunitensi. “I metodi della presunta appropriazione indebita – si legge sul sito del Dipartimento – prevedevano la stipula di accordi di riservatezza con i detentori della proprietà intellettuale e la successiva violazione dei termini degli stessi”.

Secondo il Dipartimento, Huawei ebbe “un programma di bonus per premiare i dipendenti che riuscivano informazioni riservate dalle aziende concorrenti, allo scopo di ottenere un vantaggio competitivo “sleale”, permettendo allo steso tempo di ridurre gli investimenti in ricerca e sviluppo. Le aziende controllate da Huawei sarebbero coinvolte “in iniziative commerciali con in Paesi soggetti a sanzioni da USA ed Europa, come Iran e Corea del Nord”.

Huawei restituisce al mittente le accuse, e afferma senza mezzi termini che quello in atto è un tentativo da parte del Dipartimento di Giustizia statunitense “di danneggiare irrevocabilmente la reputazione di Huawei e la sua attività per motivi legati alla concorrenza, piuttosto che all’applicazione della legge stessa”. Si tratta, riferisce ancora l’azienda cinese, di “accuse prive di fondamento basate in gran parte su vecchie dispute civilistiche ripescate dagli ultimi 20 anni che sono state risolte in precedenza, contestate e in altri casi, respinte da giudici e giurie federali”. E ancora: “Il governo non riuscirà a fare prevalere le proprie accuse; Huawei dimostrerà come sia no infondate e ingiuste”, accusando il governo USA di “sfruttare la forza di un’intera nazione per prevalere su una società privata”.

huawei logo

Huawei riferisce ancora che dispute nell’ambito delle proprietà intellettuali in questo settore sono comune, citando Apple e Samsung come esempi, evidenziando che tra il 2009 e il 2019 le due aziende in questione hanno avuto diatribe su 519 proprietà intellettuali, numeri inferiori ai 209 casi che riguardano Huawei nello stesso periodo. “Il Dipartimento di Giustizia americano ha insistito per presentare una causa penale contro Huawei, in merito a questione in materia di proprietà intellettuale, controversie che sono comuni nell’industria del settore”.

Huawei sottolinea che alla fine del 2018 ha ottenuto 87.805 brevetti, inclusi 11.152 negli Stati Uniti riferendo inoltre di aver pagato 6$ come royalty per ottenere in licenza tecnologie proprietà intellettuali di altre aziende, con l’80% di questo denaro che arriva ad aziende statunitensi”. “Nessuna azienda può diventare un leader globale rubando ad altri”.

Su una questione non risponde Huawei gli aiuti che sarebbero stati forniti ai governi della Corea del Nord e Iran per consentire di spiare i loro cittadini. L’azienda cinese conclude la dichiarazione con queste parole: “Attaccare Huawei non consentirà agli USA di rimanere avanti ai competitor. Ripetere una bugia, non la rende una verità. Riteniamo che la corte emetterà una sentenza giusta sulla base di fatti e prove”.

Intanto il Dipartimento del Commercio ha deciso di concedere ai cinesi un’ulteriore proroga di 45 giorni, prima dell’entrata in vigore del divieto di fare affari con aziende statunitensi.

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