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Il CEO di Epic Games contro Apple per la funzione anti pedopornografia sui dispositivi

Tim Sweeney, CEO di Epic Games, attacca Apple per la funzionalità che permetterà di individuare immagini pedopornografiche caricate su iCloud e scambiate tramite Messaggi, lasciando passare l’idea che l’iniziativa di Apple sia solo un pretesto per consentire a governi e regimi vari di effettuare operazioni di sorveglianza.

Sulla falsariga di altre critiche arrivate a Apple per l’iniziativa (ma non sono mancate lodi da parte del National Center for Missing and Exploited Children o NCMEC), Sweeney ha usato Twitter per esprimere dubbi sull’idea di Apple.

“Ho cercato in tutti i modi di vedere questo dal punto di vista di Apple”, si legge in un thread di Sweeney, “ma ineluttabilmente si tratta di uno sypware governativo installato da Apple sulla base di una presunzione di colpevolezza. Sebbene Apple abbia scritto il codice, la sua funzione è quella di eseguire la scansione di dati personali e segnalarli ai governi”.

E ancora: “È qualcosa di totalmente diverso rispetto a un sistema per la moderazione dei contenuti in un forum pubblico o un social media. Prima che l’operatore scelga di pubblicare i dati, possono scansionarli per identificare elementi che questi non vogliono ospitare ma qui si tratta di dati riservati delle persone”.

Apple Vs Epic, Il CEO di Epic Games non ha fatto una bella figura al processo
Tim Sweeney

Sweeney punta il dito contro il meccanismo previsto da Apple che prevede la scansione delle immagini caricate dall’utente confrontandole alla ricerca di similitudini con database di fotografie pedopornografiche forniti da organizzazioni che si occupano di sicurezza dei bambini; in presenza di similitudini, viene attivato un meccanismo che prevede ulteriori verifiche con segnalazioni a personale incaricato del controllo, inoltrando eventualmente tutto al Centro nazionale per i bambini scomparsi e sfruttati (NCMEC).

Sweeney continua parlando di “pattern oscuri” che per default controllano le foto caricate su iCloud Foto, obbligando le persone a fornire dati, alludendo ancora all’impossibilità di disabilitare le verifiche sui server Apple e sul tutto l’ecosistema.

Alludendo poi alla questione antitrust che vede contrapposte Apple ed Epic, con quest’ultima che ha accusato Apple di abuso di posizione dominante sull’App Store,  Sweeney afferma che “presumibilmente, ora Apple agirà come un ramo di sorveglianza statale ovunque richiesto”, facendo fumosi riferimenti a presunti accordi con il governo cinese (e alla possiiblità di controllare non solo ia presenza di immagini pedopornografiche ma anche di simboli e altre foto non gradite al potere).

Sweeney conclude i suoi tweet paventando una “minaccia esistenziale”, possibile dalla nascita di una “scellerata alleanza” tra governi e monopoli che potrebbero controllare i dialoghi online su tutti i dispositivi, usando pretesti delle multinazionali “per aggirare il rispetto delle garanzie previste dalla Costituzione”.

Il CEO di Epic non lo ricorda, ma anche Epic è in qualche modo controllata dai cinesi: Tencent (colosso che fornisce servizi per intrattenimento, i mass media, internet e i telefoni cellulari in Cina), detiene il 40% di Epic Games e numerose altre aziende del settore videoludico.

La diatriba di Epic Games contro Apple è iniziata con l‘introduzione in Fortnite di un sistema di pagamenti diretto vietato dalle regole di App Store, ma anche dal regolamento di Google Play Store: il gioco è stato espulso da entrambi i negozi digitali. Tutti gli sviluppi della vicenda sono disponibili da questa pagina.

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