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Il Dipartimento del Lavoro USA indaga sui dipendenti scontenti del movimento #Appletoo

Il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti ha aperto un’inchiesta a seguito di reclami presentati da alcuni dipendenti di Apple.

La Mela è oggetto di indagine per denunce presentate da dipendenti che fanno riferimento a presunte rappresaglie contro di loro per avere parlato di maltrattamenti; pochi mesi addietro un gruppo di dipendenti si è lamentato pubblicamente di presunte pratiche discriminatorie e mancanza di trattamenti equi, creando un sito web e un movimento denominato #AppleToo volto a denunciare casi “di razzismo, sessismo, iniquità, discriminazione, repressione, coercizione, abusi, punizioni e privilegi ingiusti” che si sarebbero verificati all’interno di Apple.

Il Dipartimento del Lavoro non ha indicato espressamente su cosa sta indagando esattamente ma il New York Times riferisce che Ashley Gjovik – la senior engineering program manager licenziata dopo avere denunciato presunti episodi di sessismo, molestie e anche rappresaglie da parte di dirigenti e colleghi – ha dichiarato di avere sporto denuncia per fare in modo che Apple “sappia che non può farla franca attuando ritorsioni nei miei confronti, per avere esercitato miei diritti protetti a livello federale e statale”.

Apple ha risposto ribadendo che l’azienda “è profondamente impegnata a creare e mantenere un ambiente di lavoro positivo e incluso” e di indagare specifiche lamentele dei dipendenti.

Apple, test COVID-19 ai dipendenti che tornano in ufficio

A settembre di quest’anno Apple ha risposto ai dipendenti del movimento #Appletoo e Deirdre O’Brien – responsabile Retail + People dell’azienda – ha invitato il personale che lamenta problemi a parlare con i rispettivi dirigenti di riferimento e relativi partner per i rapporti commerciali. La manager ha ricordato che Apple prevede allo scopo procedure confidenziali e che mira a indagare a fondo le questioni, “trattando tutti con dignità e rispetto”. Per quanto riguarda l’equità retributiva, la dirigente ha sottolineato che l’azienda fa riferimento ad una società indipendente per analizzare ogni anno le retribuzioni, colmando eventuali lacune individuate, un approccio considerato “il migliore della sua categoria”.

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