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Jean-Louis Gassée: «Grazie a Dio, Apple non comprò BeOS».

Una fortuna il fatto che Apple non comprò BeOs. L’opinione, a sorpresa, arriva da Jean-Louis Gassée che del sistema operativo, sconosciuto oggi ai più ma che a metà degli anni ’90 era sulla cresta dell’onda, era padre.

L’ex Apple (Gassée lavorò fianco a fianco con Jobs) ha parlato della Apple di allora e di quella di oggi al Churcill Club è un gruppo d’imprenditori californiani attorno al quale si sono riuniti nei giorni scorsi tante personalità legate in qualche modo a Steve Jobs: Bill Atkinson (creatore di MacPaint e HyperCard), Andy Hertzfled (tra i più importanti sviluppatori del Mac OS originario), Regis McKenna (basta dire che la sua società ha creato il logo Apple) e, appunto, Jean-Louis Gassée, il manager responsabile inizialmente della sussidiaria francese di Apple e che nel 1981 fu messo al posto di Jobs alla direzione del gruppo Macintosh su esplicita richiesta di John Sculley.

Nel 1990 Gassée si licenziò da Apple per fondare la Be Inc, progettando e sviluppando un nuovo interessante e innovativo sistema operativo denominato BeOS (inizialmente pensato per hardware proprietario, in seguito distribuito in versione utilizzabile sui Mac PowerPC dell’epoca).

Nel corso di una lunga e intricata vicenda a un certo punto Apple si trovò nella necessità di dover aggiornare il sistema operativo (il progetto Copland, nato per migliorare l’esistente Mac OS classico era fallito ed era necessario pensare ad altri piani) e tra i possibili partner furono contattati (tra gli altri) sia Gassée per il suo BeOS, sia Jobs per il suo NeXTSTEP (sistema operativo sviluppato dalla NeXT). Gil Amelio, allora amministratore delegato dell’azienda e i manager di Apple, probabilmente spaventati anche dalla cifra pazzesca chiesta da Be (erno sicuri che a Cupertino non avessero altre scelte), votarono infine per l’offerta di Jobs firmando nel 1996 lo storico accordo che permise di lavorare a Rhapsody (a grandi linee il “nonno” di OS X) e consentì il trionfale ritorno di Jobs a Cupertino.

Ricordando quegli avvenimenti, Gassée ha oggi sostanzialmente ammesso che il suo BeOS non aveva la maturità necessaria per costituire un’alternativa al Mac Os. Per Gassée all’epoca neanche NeXTSTEP era abbastanza valido per competere sul mercato ma Jobs fu scaltro nel capire l’opportunità che gli si presentava: usare Apple per migliorare NeXTStep e creare l’OS X che oggi conosciamo e che, tra l’altro, ha consentito anche di arrivare a iOS. “Apple ha comprato NeXT, passando il timone a Steve Jobs e tutto il resto è storia”. Una serie di mosse fenomenali che, per sua stessa ammissione, Gassée non sarebbe stato in grado di gestire e neanche pensare.

 

 

[A cura di Mauro Notarianni]

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