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Jeff Bezos accusa i sauditi di avere hackerato il suo telefono

Secondo il consulente per la sicurezza di Jeff Bezos, l’intelligence dell’Arabia Saudita avrebbe in qualche modo “hackerato” il suo telefono, ottenendo informazioni riservate e conversazioni. L’affermazione è di Gavin de Becker, consulente per la sicurezza del patron di Amazon.

A detta dell’esperto in sicurezza la mossa è stata fatta in conseguenza all’ampio spazio dedicato dal Washington Post (di proprietà di Bezos), all’omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi, collaboratore del quotidiano statunitense, ucciso all’interno del consolato saudita a Istanbul il 2 ottobre dello scorso anno.

De Becker ha parlato del telefono di Bezos in un articolo riportato sul sito Daily Beast, in cui riferisce che farà avere alla polizia tutto ciò che ha individuato. L’intercettazione del telefono non riguarda solo la morte di Khashoggi ma è in qualche modo legata anche al ricatto nei confronti di Bezos del tabloid National Enquirer.

jeff bezos segreto

Il presidente e amministratore delegato di Amazon, ha accusato American Media Inc (Ami), gruppo proprietario del National Enquirer, di «ricatto ed estorsione» per avere minacciato di pubblicare sue foto riservate. Questo gruppo è guidato da David Pecker, indicato come amico stretto di Donald Trump, che a sua volta ha più volte indicato il Washington Post come un giornale “nemico del popolo”. Pare che proprio grazie alle attività dei sauditi, il National Enquirer sia riuscito a ottenere le foto private prelevate per ricattare Bezos.

L’indagine svolta dalla sicurezza di Amazon è giunta alla conclusione che «i sauditi hanno avuto accesso al telefono di Bezos e hanno ottenuto informazioni private». Per De Becker «non è ancora chiaro» se la Ami fosse a conoscenza di queste informazioni e delle modalità con cui venivano reperite». «Nostri investigatori ed esperti vari hanno concluso che i sauditi hanno avuto accesso al telefono di Bezos e ottenuto informazioni private». E ancora: “È chiaro che Mbs considera il Washington Post un pericoloso nemico”, ha aggiunto riferendosi al principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, accusato di essere il mandante dell’omicidio di Khashoggi. L’investigatore non ha indicato chi nel governo saudita ritenga responsabile del hacking, riferendo solo di avere consegnato elementi sull’inchiesta effettuata alle autorità federali.

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