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La fuga notizie su iPad 2 costa tre condanne e 4 anni di prigione

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Quattro anni di prigione e quasi 30mila euro di multa. Ecco quanto è costata la fuga di notizie sulle specifiche dell’iPad 2 che lo scorso mese di dicembre aveva consentito ad una società cinese di mettere in vendita quasi quattro mesi prima del suo lancio custodie compatibili con la nuova versione del tablet di Cupertino. A fare le spese di un’azione legale intentata da Foxconn, la società che per conto di Apple assembla il dispositivo, sono state alcune persone che erano dipendenti o ex dipendenti dell’azienda e il titolare di MacTop, la realtà che aveva lanciato su Alibaba, un sito di commercio on line “business to business” le custodie. Notizie sulla condanna e su alcuni aspetti della severa sanzione si trovano sul Wall Street Journal.

La pena,  comminata dalla Corte del Popolo di Shenzen, la provincia dove ha sede lo stabilimento di Foxconn, è stata per la prima volta menzionata su Sina Weibo, un servizio simile a Twitter, dove il tribunale ha un account ufficiale. Gli imputati e poi condannati sono Xiao Cheng Song (18 mesi di prigione e 150mila Yuan di multa), direttore generale di MacTop Electronics colpevole di avere offerto 20mila Yuan (circa 2100 euro) e buoni sconto a Hou Peng Na  un ex dipendente di Foxconn in cambio di informazioni su iPad 2. Hou (un anno di prigione e 30mila Yuan di multa) aveva a sua volta pagato Lin Ke Cheng (14 mesi di prigione e 100mila Yuan di multa) un ricercatore e sviluppatore di Foxconn, per fotografare il dorso di iPad 2.

impianto foxconn

La severità della pena non deve stupire. Foxconn opera sul mercato con una lunga serie di partner commerciali e dipende per il suo successo imprenditoriale dalle commesse che riceve da aziende come Apple, Dell, HP, Microsoft, RIM e molte altre realtà americane che hanno assoluta necessità di segretezza. La falla che ha portato alla produzione di custodie per iPad 2 a distanza di mesi dal suo lancio è di assoluta gravità in questa logica commerciale ed grave è anche per la stessa economia cinese di cui Foxconn con le sue centinaia di miglia di dipedenti e miliardi di dollari di commesse è un elemento fondante.

L’azienda, lo ricordiamo, è finita al centro di polemiche in passato, in conseguenza del suicidio di un suo dipendente che sarebbe stato interrogato con metodi spicci e, riportarono allora alcune fonti, anche malmenato da rappresentanti della sicurezza di Foxconn a margine della sparizione di un prototipo di iPhone. L’azienza si era scusata di quanto accaduto e aveva sostenuto economicamente i famigliari del suicida, Apple aveva commentato sottolineando come la sua politica imprenditoriale «richiede che i fornitori mettano sempre al primo posto il rispetto e la dignità della persona»

Nel caso del furto di infomazioni su iPad 2 Apple non ha risposto alla richiesta di commenti mentre Foxconn si è dichiarata «non disponibile a commentare su argomenti di sicurezza interna», aggiungendo però che la protezione delle proprietà intellettuali proprie e dei suoi clienti «è assunta come priorità assoluta e per questo vengono prese tutte le necessarie azioni per tutelarsi da ogni violazione»

 

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