Potrebbe essere una bruttissima sorpresa per gli utenti Windows: Microsoft tra poco più di due mesi svelerà quali requisiti hardware saranno necessari per far girare Longhorn, il successore di Windows XP. E in molti temono che questo significherà tagliare fuori moltissimi processori e schede del mondo Pc.
Durante WinHEC, Windows Hardware Engineering Conference che si tiene a Seattle dal 4 al 7 di maggio, infatti, la casa delle finestre rivelerà qualcosa in più sul sistema operativo che sta accumulando il maggior numero di ritardi nella storia dell’informatica. Longhorn, ancora solo un nome in codice e non il nome definitivo del prodotto, era stato inizialmente programmato per quest’anno e poi rinviato varie a causa di problemi di sicurezza, nuove devices all’orizzone (Tablet, Media center, processori 64 bit) e mancanza di risorse impegnate a cercare di salvare il salvabile con i problemi di Windows XP. Prima dell’estate, infatti, è atteso il Service Pack numero due ma la comparsa su Internet di parte del codice che costituisce anche il kernel di XP apre la possibilità di un nuovo round di sviluppo di soluzioni di sicurezza.
Per quanto riguarda Longhorn, Microsoft ha già realizzato una preview del sistema, basata in massima parte su pezzi di kernel funzionanti e pezzi emulati, oltre a un prototipo parziale di come potrebbe essere l’interfaccia utente. La prima versione beta, cioè basata sull’effettivo prodotto che viene realizzato nei laboratori di Redmond, non sarà disponibile rima di questa estate.
Sino a questo momento le tre funzionalità – che Bill Gates ha definito come la maggiore innovazione dall’introduzione di Windows 95, ripetendo singolarmente la stessa dichiarazione fatta a suo tempo per il lancio di Windows XP – sono fino a questo momento tre: il motore grafico e di presentazione del sistema, Avalon (analogo ad Aqua di Mac Os X), l’architettura di comunicazione tra i servizi del sistema operativo, Indigo, e il nuovo file system, cioè il modo in cui vengono organizzati da un punto di vista logico i dati sul disco, che si chiamerà WinFS e che fino a questo momento pare essere la novità di maggior spessore per potenza e flessibilità anche se ancora nessuno ne ha visto un prototipo funzionante.