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Microsoft continuerà  a vendere software in scatola

Microsoft crede nel sistema di “affitto” del software, ma nonostante questo continuerà a vendere anche programmi in scatola. Questo quando Microsoft fa sapere ufficialmente con un messaggio di  Clint Patterson, responsabile della comunicazione per Microsoft Office, sul blog dell’azienda.

Secondo Patterson «i servizi in abbonamento sono il futuro del software: i benefici per l’utente sono enormi con la possibilità di sfruttare costantemente versioni aggiornate e complete su più dispositivi e i servizi Web si integrano meglio con le applicazioni in abbonamento» tuttavia, dice Patterson, occorrerà del tempo prima del completo passaggio ai soli servizi cloud poiché molte persone e aziende non sono pronte.

Il responsabile delle comunicazioni di Office fonisce anche qualche cifra sul successo ottenuto da Office 365 Home Premium e Office 365 University: «un quarto delle persone che normalmente compra Office ha scelto il servizio in abbonamento; un numero elevato di utenti che ha superato anche le attese di Microsoft, tenendo conto che si tratta di offerte del tutto nuove; una parte dei consumatori sembra dunque propensa a eseguire questo passaggio». Per Patterson la scelta di Adobe spingerà il modello e nel giro di pochi anni dovremo probabilmente ripensare alle modalità di acquisto e utilizzo del software.

Intanto Apple Insider riporta opinioni contrastanti sulla materia da parte degli utenti Adobe. C’è chi è entusiasta del pagamento delle applicazioni su abbonamento; c’è chi, invece, non gradisce il nuovo modello. Il problema riguarda in particolare gli utenti “occasionali” che preferiscono acquistare una tantum la licenza d’uso perpetua (senza limiti d’uso nel tempo) anziché pagare mensilmente per software che non sempre utilizzeranno mensilmente. L’acquisto una tantum della Creative Suite CS6 edizione standard costa negli USA 1300$; tenendo conto che l’utente userà il pacchetto per almeno tre anni, questo significa che il pacchetto ha un costo medio di circa 430$ l’anno. L’abbonamento alla Creative Cloud ha un costo negli USA di 50$ al mese, il che significa che ha un costo medio di 600$ l’anno, superiore dunque al prezzo della versione pacchettizzata. Bisogna ad ogni modo ricordare che la Creative Cloud include aggiornamenti costanti delle app, 20GB di storage sul cloud, tool di condivisione e collaborazione e altre funzionalità non presenti nella versione “boxata”.

Adobe invoglia gli utenti al passaggio alla Creative Cloud, proponendo offerte con sconti che nel primo anno permettono di usare i pacchetti a 20$ al mese (240$ l’anno). Con le applicazioni singole, i conti cambiano: Photoshop CS6, ad esempio, costa negli USA 700$; facendo l’esempio di prima e tenendo conto che l’utente userà il pacchetto per almeno tre anni, significa che questo ha un costo medio di 230$ l’anno. La versione CC ha un costo in abbonamento di 20$ al mese (240$ l’anno) e pertanto il costo di abbonamento per tre anni è simile a quello che si avrebbe acquistando la versione “boxata”.

Il percorso pensato da Adobe è ovviamente anche un’arma di lotta contro la pirateria: i pacchetti della casa di San Jose finiscono sistematicamente sui siti pirata e il controllo sulla validità dell’abbonamento all’avvio delle applicazioni permetterà di frenare il fenomeno, ostacolando (almeno in parte) i tentativi di uso illegale del software.

Adobe ha fatto sapere che continuerà a commercializzare la versione CS6 “pacchettizzata” ma per questa saranno garantiti solo update per correggere bug e l’interoperabilità con le future versioni di OS X e Windows. Non saranno integrate nuove funzioni: per averle sarà per forza necessario passare alle nuove versioni in abbonamento.

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