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Per le vetrate del nuovo campus Apple usata una stampante da Guinness dei primati

Per realizzare il nuovo campus di Apple, entrano in gioco anche le stampanti più grandi del mondo. È questa la nuova notizia, diffusa da Times Of Israel, che sottolinea se ce ne fosse ancora bisogno l’incredibile portata tecnologica di un edificio come quello che Cupertino sta costruendo nella città che le ha dato i natali.

Le stampanti, prodotte da Dip-Tech serviranno a creare le serigrafie delle vetrate, queste ultime un elemento architettonico che già da solo rappresenta una sorta di record. I pannelli di 18 metri sono curvi, realizzati con estrema precisione perché devono disegnare una circonferenza perfetta, di dimensioni enormi. Visitando a febbraio di quest’anno la Sedak, una sussidiaria di Seele, partner storico di Apple (da quegli impianti sono usciti i vetri di Apple Store Quinta Strada e di Broadway, dove il vetro domina) Tim Cook aveva affermato che Apple aveva “cercato in tutto il mondo qualcuno in grado di implementare l’idea di Steve sul vetro” spiegando essere arrivato lì “perché nessun altro può farlo bene come voi”. Ma neppure Sedak sarebbe stata in grado di stampare i pannelli se in suo soccorso non fosse giunta Dip-Tech che ha costruito due macchine in grado di stampare pannelli grandi fino a 64 metri quadrati; nessun apparecchio al mondo è in grado di raggiungere simili superfici di stampa su nessun materiale. Per questo le stampanti sono nel libro del Guinness dei Primati.

È usando le macchine di Dip-Tech che sono stati serigrafati elementi architettonici di edifici come quello della Filarmonica di Mosca, del negozio Burberry di Shanghai, degli interni degli aeroporti di Newark o Chicago e anche della sede di Melinda a Trento.

 

La stampa digitale del vetro funziona alla stregua della stampa digitale su carta, con una sorta d’immagine spedita verso la stampante la quale provvede a essiccare il vetro e temprarlo in un forno per il trattamento termico e il rinvenimento. Dip-Tech mette a disposizione particolari soluzioni di stampa, incluse soluzioni che sfruttano inchiostri con pigmentati per la decorazione digitale creati con nanoparticelle di vetro e pigmenti inorganici, con l’inchiostro infuso nel vetro al termine del procedimento. Dopo il procedimento di indurimento, l’inchiostro diventa parte integrante e intrinseca del vetro, piuttosto che una sovrapposizione, e dunque resistente a tutte le condizioni climatiche senza sbiadire.

Le due stampanti sono in dotazione di Sedak e di Tianjin Northglass Industrial Co, un’azienda cinese. Sarà quest’ultima a stampare i vetri; perché non sia stata la stessa Sedak a prendersi in carico la serigrafia non è chiaro, ma potrebbe essere per questioni di esperienza sulle dimensioni dei pannelli.

Yariv Matzliach, CEO di Dip-Tech osserva che “la rivoluzione tecnologica nella stampa del vetro permette ad architetti e designer di espandere la loro creatività. I progetti che stiamo realizzando infrangono i limiti di quello che era possibile fino ad oggi, grazie a nuove tecniche per la produzione del vetro”.

Dip-Tech-AR18000-1Nel 2011 il defunto CEO e co-fondatore di Apple Steve Jobs, parlò del nuovo quartier generale della Mela al Consiglio Comunale di Cupertino affermando che: “Avrà un meraviglioso cortile al centro e molto altro. È circolare ed è dunque curvo tutto intorno. Non è il modo più economico di costruire qualcosa”. Spiegò poi che “Ogni vetrata nell’edificio principale sarà curva. È grandioso”. Jobs amava il vetro, affascinato dal primo grande store sulla Fifth Avenue a New York, noto come “Cube”; una struttura brevettata il cui stile è stato poi usato in altri negozi della Mela, incluso il bellissimo Apple Store di Istanbul premiato con il prestigioso Supreme Award 2014 for Structural Engineering Excellence, premio assegnato da un’associazione di ingegneri strutturali. La notizia dell’uso delle stampanti da guiness dei primati conferma non solo il connubio tra Apple e il vetro, ma anche l’incredibile livello tecnico richiesto ai partner per fare fronte alle esigenze del progetto del Campus.

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