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Per l’FBI il cybercrimine è quadruplicato con la pandemia da coronavirus

Tonya Ugoretz, assistente vice-direttore dell’FBI, parlando in un panel ospitato dall’Aspen Institute, ha riferito che nell’ultimo periodo sono quadruplicate le segnalazioni di cybercriminali rispetto ai mesi precedenti la pandemia di COVID-19.

Il lavoro dell’Internet Crime Complaint Center (IC3), organismo statunitense legato all’FBI, stando a quanto ha dichiarato Ugoretz, è molto aumentato nell’ultimo periodo. “Considerate che tipicamente ricevono 1000 segnalazioni al giorno nel loro portale internet, ora sono arrivati a qualcosa come 3000 / 4000 segnalazioni al giorno; non tutte queste sono legate al COVID-19 ma un elevato numero lo è”.

“C’è stato un momento nel quale avevamo sperato, come dire, che.. santo cielo… i criminali sono esseri umani, e ritenessero che prendere di mira o servirsi di questa pandemia per il profitto personale poteva essere un comportamento oltre ogni limite ma purtroppo così non è stato”, ha riferito la Ugoretz spiegando che i cyberciriminali sono attivi su tutti i fronti, con domini fraudolenti, spacciandosi per finte organizzazione benefiche, associazioni che si occupano di distribuire mascherine facciali, per non parlare di proposte di prestiti fraudolenti, sistemi per estorcere denaro, ecc. In pratica come e più di prima, approfittando del coronavirus per fare leva sulle paure delle persone.

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Com’è facile immaginare molte persone in questo periodo cercano informazioni, vogliono capire cosa fare, come comportarsi, comprendere se esistono farmaci che possono essere di aiuto, a che punto è la ricerca sui vaccini, cosa stanno facendo i vari istituti di ricerca, e molte persone collaborare e contribuire come possono alla ricerca. Tutto questo fa “raddrizzare le antenne” dei cybercriminali, pronti a preparare trappole di vario tipo per gli utenti, in particolar modo quelli più ingenui, disposti a credere a tutto, e affidare i loro dati a perfetti sconosciuti e divulgatori di fake news che promettono ad esempio “farmaci miracolosi” che “ci vogliono nascondere” o che “non ci vogliono fare sapere che esistono”.

I consigli sono quelli di sempre: affidarsi solo a siti riconosciuti e con una buona reputazione (ma attenzione perché anche nomi noti hanno preso cantonate), verificare le informazioni trasmesse con il passaparola, comprese le applicazioni di messaggistica e i social network; se non potete o sapete verificare le informazioni, semplicemente non condividetele. Riflettete prima di trasmettere o condividere mail, catene che arrivano su Whatsapp e altro materiale potenzialmente dannoso.


Per tutte le notizie sulla sicurezza informatica vi rimandiamo a questa sezione di macitynet.

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