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Polizia ferma autista ubriaco ma è un’auto a guida autonoma

La polizia canadese ha recentemente fermato un’automobile perché pensava che l’autista a bordo fosse ubriaco. Il punto è che non si trattava di un veicolo comune: era un’auto a guida autonoma. Per chi è estraneo all’argomento, ricapitoliamo brevemente di cosa si tratta: questa categoria di automobile, che in un futuro più o meno lontano – dipende da quanto la società sarà brava ad implementarla – costituirà probabilmente l’unico modo per viaggiare per le strade in maniera indipendente, allo stato attuale delle tecnologie utilizza una serie di sensori e di telecamere che “vedono” la strada e la analizzano per cercarne gli ostacoli e consentire all’automobile di muoversi in maniera autonoma e sicura lungo il percorso definito nel navigatore satellitare.

Al momento siamo ancora alle fasi iniziali: il sistema è tutt’altro che perfetto, motivo per cui l’autista non può rilassarsi completamente e lasciare che sia l’automobile a portarlo a destinazione. Non può quindi leggere un libro, né può giocare ad un videogioco, guardare un film e neppure può più semplicemente sedersi sul sedile in stato di ebbrezza “perché tanto non è lui che guida”. Le regole tradizionali vanno ancora rispettate e dev’esserci quindi un’autista seduto al posto di guida che, pur non controllando manualmente il veicolo, deve supervisionare l’intero viaggio per poter entrare in azione nel caso in cui una situazione imprevista non viene gestita dall’automobile nella maniera corretta.

auto autonoma ubriaco

Ed è proprio questo limite, quello cioè della presenza del sistema di controllo manuale come accessorio a quello automatizzato, ad aver dato la possibilità che succedesse quel che è successo in una delle strade della città dell’isola di Vancouver di Campbell River. L’autista infatti non era ubriaco: stava semplicemente “testando” il sistema. Fermato dalla polizia, l’uomo alla guida del mezzo si è giustificato dicendo che voleva vedere se l’automobile che si guida da sola era davvero sicura: per questo quindi le forze dell’ordine hanno potuto vedere che un’automobile stava procedendo in maniera discontinua, come se chi la stesse guidando fosse ubriaco.

Non sappiamo se c’è stata una contravvenzione, tuttavia in una dichiarazione la polizia ha comunque fatto giustamente notare che queste prove, se proprio si vogliono fare, vanno eseguite in un parcheggio vuoto ed isolato, e non in una strada dove circolano altre persone. Non sappiamo neanche se chi stava alla guida era un giornalista che voleva mettere alla prova il sistema per scriverne poi in un articolo o se si trattava di una persona comune che voleva semplicemente colmare una propria curiosità che, ammettiamolo, sarebbe pure leggittima: in automobile si rischia pur sempre la vita.

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