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ProtonMail paragona Apple alla mafia

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L’amministratore delegato di Proton Technology, software house con sede in Svizzera che sviluppa l’omonimo client di posta elettronica, afferma che Apple li avrebbe obbligati a sfruttare il loro sistema di acquisti in-app, una mossa che arriva a paragonare a una «Estorsione mafiosa».

ProtonMail permette di gestire mail cifrate, impedendo la lettura dei messaggi all’infuori di mittente e destinatario. Servizio e app in questione sono stati presentati nel 2016; erano previste opzioni con funzionalità premium “ProtonMail Plus” selezionabili a pagamento sul loro sito web, ma queste non erano in precedenza offerte come acquisti in-app (direttamente dall’app stessa) ma come opzione da acquistare solo sul sito.
Lo sviluppatore dell’app ProtonMail afferma che Apple li ha obbligati a sfruttare gli acquisti in-app

Nel 2016 Apple avrebbe comunicato “di punto in bianco” agli sviluppatori la necessità di usare l’opzione degli acquisti in-app per rimanere sull’App Store. Ad affermalo è Andy Yen, CEO di Proton Technology, in una intervista di The Verge.

Lo sviluppatore dell’app ProtonMail afferma che Apple li ha obbligati a sfruttare gli acquisti in-app
Andy Yen, CEO di Proton Technologies

«I primi due anni siamo stati sull’App Store ed è andato tutto bene, senza nessun problema», riferisce Yen. «Ma abbiamo notato una prassi comune… quando inizi a ottenere un significativo aumento di caricamenti e download, iniziano a guardare la tua situazione con maggiore attenzione, e poi come ogni buona estorsione mafiosa, arrivano per riscuotere un po’ di soldi».

Secondo Andy Yen, Apple avrebbe a un certo punto bloccato gli aggiornamenti di ProtonMail per un mese, minacciando di rimuovere del tutto l’app fino a quando questa non risultasse conforme alle linee-guida dell’App Store. Il servizio per la gestione delle mail si è infine adeguato ma a loro dire questo li avrebbe costretti ad aumentare i prezzi degli abbonamenti del 26% nel tentativo di recuperare la commissione del 30% trattenuta da Apple.

ProtonMail è gratuita e, come accennato, in precedenza consentiva di acquistare servizi premium passando direttamente dal loro sito, senza bisogno di effettuare l’upgrade con il sistema degli acquisti in-app. Apple avrebbe notato il riferimento ai servizi premium e obbligato gli sviluppatori a prevedere il meccanismo degli acquisti in-app per consentire agli utenti di attivare funzioni aggiuntive che in precedenza era possibile ottenere direttamente dal sito degli sviluppatori.

Il CEO di Proton Technology non ha gradito questo comportamento da parte di Apple. «Sono il giudice, la giuria e il boia della loro piattaforma, e puoi solo prendere o lasciare. Non è consentito nessun contradditorio per stabilire se il loro comportamento sia giustificabile o non giustificabile; va bene solo ciò che dicono loro».

Tim Cook difende App Store «Apple non domina in nessun mercato»La situazione è del tutto simile a quella lamentata dagli sviluppatori dell’app Hey”, inizialmente rifiutata perché  scavalcava il sistema di gestione di abbonamenti in-app. Apple ha successivamente previsto specifiche linee guida per consentire sull’App Store app che consentono di attivare funzionalità premium tenendo conto del login effettuato usando credenziale sui siti degli sviluppatori; ha anche previsto la possibilità di appellarsi alle sue decisioni ma anche alle linee-guida per creare app destinate all’App Store.

Secondo Andy Yen, il 30% richiesto da Apple con gli acquisti in-app è eccessivo dal momento che la loro non è un’app che riesce a guadagnare con meccanismi pubblicitari come fa, ad esempio, un’app gratuita concorrente come Gmail. L’app ProtonMail per iPhone e iPad si scarica gratis da questa pagina di App Store.

Gli sviluppatori di ProtonMail fanno parte della Coalition for App Fairness, organizzazione non-profit indipendente voluta e creata dagli sviluppatori che si sono posti contro Apple principalmente per le commissioni e le regole di App Store. Tra i membri di questa coalizione che lotta contro Apple per cambiare alcune regole di App Store, ci sono: Epic Games, Basecamp e Spotify.

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