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Società  di analisi: ‘€œDa iPhone nessun vantaggio per gli operatori mobili’€

L’€™iPhone è un cattivo affare per gli operatori mobili. L’€™opinione, decisamente controcorrente, è di Strand Consulting, una società  di ricerca danese che la esprime in un documento destinato ad essere distribuito nel corso dei prossimi giorni.

La ragione per cui i gestori delle reti mobili avrebbero preso una sorta di ‘€œbidone’€ da Apple (le parole non sono, ovviamente, queste ma il concetto espresso non va molto distante) è nei numeri che Strand Consulting avrebbe raccolto dal mercato. ‘€œDiversi operatori – dice la società  di Copenaghen – hanno emesso annunci di profitti ridotti per causa di iPhone per le forti sovvenzioni fornite agli acquirenti. Nessun operatore, di converso, è riuscito ad aumentare le sue quote di mercato grazie ad iPhone; non vediamo quindi nessun effetto benefico prodotto dal telefono di Apple sui bilanci e sul market share’€.

Strand Consulting prosegue nella sua opera di demolizione dei (a suo dire) presunti vantaggi prodotti da iPhone sulle quote di mercato degli operatori mobili citando alcuni esempi; in particolare AT&T, che avrebbe dichiarato che il costo di iPhone è rimasto lo stesso dello scorso anno quando esercitava una forte pressione sui margini di profitto; SingTel avrebbe dichiarato che iPhone da solo riduce i margini operativi tra i 3 e i 4 punti percentuali. La società  di ricerca si avventura poi in una ricognizione sulle quote di mercato e l’€™ARPU (il fatturato medio prodotto da ciascun cliente) di alcuni operatori nordici che hanno iPhone mettendolo a confronto con quello di altri concorrenti che non hanno iPhone, deducendone che, anche qui, non esiste alcun effetto determinato dal touch phone di Cupertino.

La conclusione? Gli operatori sono in difficoltà  perché quelli che hanno avuto iPhone in esclusiva non hanno (avrebbero) avuto alcun beneficio e ora stanno per perdere l’€™esclusiva visto che ora Apple sta muovendo decisamente verso una politica multi-operatore. Ma chi lavora nel settore della telefonia mobile non dovrebbe avere troppo da preoccuparsi visto che ‘€œiPhone è sostanzialmente li stesso telefono del 2007 e ora i concorrenti stanno ormai avvicinando tecnologicamente Apple permettendo anche ai piccoli operatori di offrire terminali in grado di strappare clienti alle realtà  che hanno contato sul telefono di Apple per catturare clientela’€.

Senza voler contestare i numero di Strand Consulting e senza neppure opporre la forza di altri numeri, in particolare quelli della crescente quantità  di operatori che stipulano accordi con iPhone (che a rigor del ragionamento della società  danese dovrebbero essere tutti in errore) e quella del crescente numero di iPhone venduti (che significano nella stragrande maggioranza dei casi contratti biennali ad alto valore aggiunto), il ragionamento contenuto nella ricerca sembra non tenere alla prova di alcuni semplici ragionamenti.

In primo luogo il fatto che mettere in connessione il calo dell’€™ARPU di un operatore mobile al lancio di iPhone nella sua gamma di telefoni, specie se questo operatore è leader di un mercato, senza tenere conto di una miriade di altri fattori, dalla crisi economica alla concorrenza, non ha molto senso. Non sembra averne molto neppure la pretesa di vedere iPhone incidere sul fatturato e sulle quote di mercato di un operatore mobile, vista la nicchia in cui si colloca il telefono della Mela; pretendere che un telefono che rappresenta l’€™1,7% del mercato mondiale della telefonia possa spostare le quote di un operatore mobile, magari leader nel paese di riferimento e in un mercato sostanzialmente cristallizzato e che lavora su enormi volumi come quello della telefonia, è abbastanza originale. Ancora più originale è pensare di poter trarre conclusioni analizzando gli effetti di iPhone in mercati marginali, dove i telefoni venduti per trimestre si contano per decine di migliaia, come quelli dei paesi nordici o, peggio, nazioni con condizioni di mercato del tutto particolari come Singapore, dove le decine di cloni cinesi veduti a poche decine di dollari costringono SingTel a sovvenzionare pesantemente iPhone sperando di recuperare vendendo ai clienti i servizi resi possibili da iPhone.

Più decisive sarebbero le informazioni che arrivano da nazioni rilevanti nello scenario mondiale. Ascoltando quel che rimbalza dagli Usa Strand Consulting avrebbe appreso come AT&T ammetta che l’€™ARPU dei clienti iPhone è decisamente superiore a quello dei clienti che usano altri telefoni; leggendo le relazioni al bilancio di T-Mobile e O2 avrebbe saputo che in Germania e nel Regno Unito si ritengono i vantaggi prodotti da iPhone in termini di nuovi clienti acquisiti molto sensibili. Dando uno sguardo a Francia e Italia, che sono rispettivamente il quinto e il settimo paese al mondo per la telefonia cellulare, si capirebbe che è impossibile fare confronti tra operatori o misurare l’€™aumento dell’€™Arpu, visto che nella nazione Transalpina tutti i gestori hanno iPhone mentre in Italia ce l’€™hanno tre su quattro. In Giappone, infine (notizia di queste ore) iPhone 3GS è diventato il telefono più venduto; ritenere che questo non produca nessun beneficio, anzi sia causa di perdite a bilancio, per l’€™operatore mobile esclusivo francamente più che improbabile sembra impossibile.

Ma al di là  di tutto questo, anche ammettendo le ragioni della società  di ricerca danese, il problema di fondo è nessun operatore si sta proponendo il problema prefigurato (e tutto da dimostrare) di Strand Consulting. iPhone può forse anche non far crescere le quote di mercato o l’€™Arpu, può determinare discese (temporanee) nei margini utili ma non averlo è un problema se si vuol emergere come realtà  tecnologicamente all’€™avanguardia e precorrere i tempi e con questo conquistare visibilità  e credibilità  sul mercato. àˆ infatti, da una parte, assolutamente indubitabile che iPhone è un telefono che fa tendenza e che l’€™operatore che non è in grado di proporlo non appare così ‘€œavanti’€ come chi ce l’€™ha. Dall’€™altra è altrettanto indubitabile che avere un accordo con Apple significa essere a fianco di una società  che traccia la strada in un settore dove gli altri seguono e questo vuole dire avere la possibilità  di anticipare il mercato con prodotti che la concorrenza avrà  (se li avrà ) dopo. Il fatto che il settore in cui Apple guida il branco e continuerà  a guidarlo ancora per un bel po’€™, sia quello, come certificato da società  di analisi anche più prestigiose di Strand Consulting quali Gartner, dei touch phone che sono destinati a dominare il mercato dei prossimi anni, non sfugge, con buona pace degli osservatori danesi, agli operatori mobili.

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