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Un keynote commovente solo all’ultimo round

Eravamo abituati alle conclusioni dei keynote con i protagonisti delle charts, giovani divi talentuosi come John Mayer, Alicia Keys o Sarah McLachlan e percio’ vedere apparire alla fine dell’evento di oggi un veterano crooner come Tony Bennet ci ha un poco sorpreso.

Abbiamo parlato nei giorni scorsi di passaggio generazionale all’interno di Apple ma non credevamo che il cameo alla fine della presentazione di oggi potesse essere segnato in direzione opposta a quella “naturale”.

Ma la ragione ce l’ha spiegata Gloria, una delle tante operatrici delle sicurezza che opera qui al Moscone Center e che abbiamo incontrato proprio mentre l’ultraottantenne cantante di origini italiane intonava la sua seconda canzone: quella che lo ha reso più famoso e che era sicuramente uno dei motivi per cui era presente di fianco al palco dove Phil Schiller aveva appena finito di parlare di iLife, iWork e portatili.

Quando Bennet ha intonato “I left my heart in San Francisco” prima ha sorriso e poi la commozione l’ha presa alla gola, per lei, come per tanti che hanno seguito in questi anni la manifestazione che ha come protagonista, Apple era uno struggente addio.

Eppure la prima interpretazione della swingante “The Best is yet to come” sembrava fatta apposta per inspirare la fiducia nell’arrrivo di nuove strabilianti invenzioni di Cupertino che potessero superare un po’ dell’amaro in bocca che questo Keynote che possiamo definire bonariamente “evolutivo” ha lasciato a molti.
Le aspettative per una fiera ormai negletta nelle sue future edizioni erano forse troppo alte e il rimpianto di non tornare più a San Francisco con la “scusa” dell’interesse per Apple hanno fatto il resto e abbiamo versato una piccola lacrima insieme a Gloria, prima di tuffarci dentro i saloni dell’Expo.

Qui sotto il piccolo video di Gloria

Qui sotto le canzoni originali di Tony Bennet.

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