La multa dalla Commissione UE prevista in arrivo per avere violato il Digital Markets Act (DMA) è arrivata e colpisce, sempre come previsto, Apple oltre che Meta. Si tratta di 500 milioni di euro per Cupertino e 200 milioni di euro per Meta.
La multinazionale di Cupertino è stata ritenuta colpevole di aver violato il regolamento europeo che mira a riequilibrare il mercato digitale, in particolare con la gestione dell’App Store e il trattamento riservato agli sviluppatori.
Secondo la Commissione UE, Apple in particolare ha impedito agli sviluppatori di app di comunicare liberamente con i propri utenti riguardo le offerte alternative, prezzi più bassi o abbonamenti fuori dall’App Store. Oltre a questo l’azienda avrebbe violato un’altra disposizione del DMA limitando l’accesso agli app store rivali su iPhone e altri dispositivi iOS.
Dismessa l’indagine e l’accusa sulla rimozione delle app preinstallate, dove Apple ha introdotto modifiche ritenute accettabili che consentono, appunto, di eliminare quelle sviluppate internamente e preinstallare che non interessano o che possono essere ritenute concorrenti di altre di terze parti.
La multa, come accennato, è la prima che deriva da una infrazione al DMA, ma l’importo di 500 milioni di euro è ben al di sotto del tetto massimo previsto dalla legge, che consente sanzioni fino al 10% del fatturato globale: nel caso di Apple, si sarebbe potuti arrivare a oltre 30 miliardi.
Secondo alcune interpretazioni, la scelta di non affondare troppo potrebbe essere strategica: nel pieno della tensione commerciale tra USA e UE, Bruxelles potrebbe aver voluto inviare un segnale forte, ma calibrato.
Gli importi odierni risultano sensibilmente inferiori rispetto alle sanzioni antitrust inflitte dall’UE nel 2024. Ben 1,8 miliardi per Apple per abuso di posizione dominante nella distribuzione di app streaming per la musica, mentre a Meta multa di 797 milioni di euro per aver promosso il suo servizio di annunci classificati agli utenti dei suoi social.
Un alto funzionario dell’UE ha affermato che, nel determinare le sanzioni annunciate mercoledì, la Commissione ha tenuto presente che si tratta delle prime multe emesse ai sensi del DMA e che, per Meta, l’infrazione è cessata a novembre, solo pochi mesi dopo che Bruxelles aveva espresso le sue preoccupazioni.
Apple e Meta: prime vittime del DMA
Nel corso della giornata è stata multata anche Meta. Nel caso della “parent company” di Facebook, Instagram e Whatsapp hanno abusato della loro posizione dominante per imporre regole unilaterali a sviluppatori e utenti.
Sia Apple che Meta hanno ora 60 giorni di tempo per adeguarsi alle decisioni della Commissione. Se non lo faranno, rischiano ulteriori multe giornaliere. Apple ha ricevuto un’ingiunzione di cessazione e astensione che le impone di apportare ulteriori modifiche ai prodotti entro la fine di giugno. Se l’azienda non ottempera, la Commissione può multarla per ogni giorno aggiuntivo di violazione della legge.
Ma il capitolo Apple potrebbe non essere l’unico a dominare l’agenda europea. È già in corso un’indagine contro X (ex Twitter), la piattaforma di Elon Musk, per la quale potrebbe arrivare una sanzione per violazioni al Digital Services Act.
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