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I migliori libri per provare il brivido dell’orrore

In Giappone, paese di grandi saggezze talvolta sorprendenti, si dice che i libri dell’orrore bisogna leggerli d’estate, perché faranno venire i brividi che ci rinfrescheranno. Che ci sia o no questo potere “termico”, certamente la lettura dei thriller e degli horror è un passatempo che va coltivato quando c’è spazio e modo di farlo. L’estate, ma anche nelle sere buie dell’inverno e in qualsiasi altro momento.

Questa lista dei migliori libri di Macity è praticamente una introduzione al genere, che tocca alcuni vecchi classici e molti nuovi successi. Vi consigliamo di leggerla tenendo sempre la luce del comodino accesa perché se vi addormentate potreste fare dei brutti incubi. Buona lettura.

Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.

migliori libri guida


Estranei

Visto che abbiamo citato un modo di dire giapponese nell’introduzione, cominciamo con un fortissimo romanzo horror giapponese di Taichi Yamada, dotato di una fantasia quasi senza limiti, come scoprirete.

Harada Hideo è un uomo di mezz’età, divorziato, con un figlio che non vede quasi mai e un lavoro, scrivere sceneggiature per la televisione, che stenta a decollare. Per di più, vive nel suo ufficio, in una grande e asettica palazzina nei pressi di una trafficata strada statale di Tokyo. Così, per sfuggire allo squallore e alla solitudine della propria esistenza, il giorno del suo compleanno Hideo decide di recarsi ad Asakusa, il quartiere della sua infanzia, dove a dodici anni aveva perduto entrambi i genitori, investiti da un’auto. Ma, quando entra in un teatro, tra il pubblico nota un individuo straordinariamente somigliante al padre.

L’uomo lo invita a seguirlo a casa sua, dove lo aspetta la moglie: anche lei è identica alla madre morta. Hideo trascorre con i due una serata sconcertante e meravigliosa, e questo gli dà la forza di riprendere a lavorare con rinnovata energia. Gli incontri si susseguono, e sono una fonte di gioia e serenità, eppure… Hideo appare agli occhi dei suoi amici sempre più pallido e smunto, come se un male oscuro lo stesse consumando.

La più angosciata di tutti è Kei (una vicina di casa con la quale Hideo ha intrecciato una relazione sentimentale), che, una volta scoperto il suo segreto, gli consiglia di interrompere quelle visite, perché è evidente che lo stanno distruggendo. Ma anche Kei nasconde una verità inquietante.

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Le metamorfosi e altri racconti

Il maestro indiscusso dell’orrore letterario è senza dubbio Franz Kafka. È uno scrittore che trascende la letteratura di genere, certamente, ma lo strumento che adopera nei suoi racconti, a leggerli per bene, è proprio quello dell’orrore.

In questo volume sono raccolte 16 delle opere più celebri di Franz Kafka, considerato dalla critica uno dei più influenti scrittori del XX secolo.

La famosissima novella che dà il titolo al volume, “La metamorfosi“, è una storia horror che racconta la tragica trasformazione di Gregor Samsa, un commesso viaggiatore che si risveglia un mattino per scoprire di essere diventato un gigantesco insetto. Questa straordinaria e inquietante metamorfosi non solo segna l’inizio di un dramma esistenziale, ma getta anche una luce profonda sulle relazioni familiari, l’isolamento e l’alienazione dell’individuo nella società moderna.

Accanto a questo capolavoro, la raccolta include altri racconti che esplorano temi ricorrenti nell’opera di Kafka, come la burocrazia opprimente, l’ansia esistenziale e l’assurdità della condizione umana. Attraverso uno stile caratterizzato da una prosa precisa e surreale, Kafka invita il lettore a riflettere sulle angosce e le contraddizioni della vita contemporanea, proprio come fa ogni scrittore dell’orrore.

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Alle montagne delle follia

L’horror ha sicuramente un debito enorme con H.P. Lovecraft, lo scrittore che ne ha più di tutti definito il genere. Questo è un classico, un romanzo per intenditori ingiustamente poco conosciuto.

Durante una spedizione in Antartide, alle pendici di una gigantesca catena montuosa, alcuni esploratori rinvengono le tracce di una civiltà arcaica e aliena, interrompendo subito dopo le comunicazioni con il campo base. Un gruppo di ricerca si mette allora sulle loro tracce, trovando l’accampamento distrutto e i resti di una civiltà molto avanzata.

Ma cosa nascondono realmente le immense montagne ghiacciate? In un crescendo di orrore e tensione, i protagonisti compiono un viaggio che li porta sull’orlo della follia, una vera e propria discesa agli inferi per scoprire una verità che nessuno avrebbe voluto conoscere.

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L’esorcista

Lo conosciamo per il film, certamente, ma il romanzo di William Peter Blatty è fenomenale, nel suo genere. Che cosa succede alla piccola Regan, trasformatasi in un mostro blasfemo che urla oscenità e frasi sconnesse? Sua madre, la famosa diva del cinema Chris MacNeil, non riesce a capirlo. Né ci riescono i medici e gli psichiatri né la polizia. Forse solo un esorcista può dare una risposta. Ma la Chiesa impone cautela, esige prove, chiede tempo. Intanto la casa risuona di colpi, i mobili si spostano da soli, un uomo muore con il collo spezzato, il fragile corpo di Regan sembra cedere alla tempesta che lo sconquassa. E lo scontro tra l’uomo di Dio e gli spiriti del Male sembra ormai inevitabile.

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La strada

Grandissimo classico della letteratura americana contemporanea, ma anche romanzo horror per definizione. Cormac McCarthy qui è al suo massimo livello, capace di rendere universale una storia apparentemente perduta come i suoi protagonisti.

Un uomo e un bambino, padre e figlio, senza nome. Spingono un carrello, pieno del poco che è rimasto, lungo una strada americana. La fine del viaggio è invisibile. Circa dieci anni prima il mondo è stato distrutto da un’apocalisse nucleare che lo ha trasformato in un luogo buio, freddo, senza vita, abitato da bande di disperati e predoni. Non c’è storia e non c’è futuro.

Mentre i due cercano invano più calore spostandosi verso sud, il padre racconta la propria vita al figlio. Ricorda la moglie (che decise di suicidarsi piuttosto che cadere vittima degli orrori successivi all’olocausto nucleare) e la nascita del bambino, avvenuta proprio durante la guerra.

Tutti i loro averi sono nel carrello, il cibo è poco e devono periodicamente avventurarsi tra le macerie a cercare qualcosa da mangiare. Visitano la casa d’infanzia del padre ed esplorano un supermarket abbandonato in cui il figlio beve per la prima volta un lattina di cola. Quando incrociano una carovana di predoni l’uomo è costretto a ucciderne uno che aveva attentato alla vita del bambino.

Dopo molte tribolazioni arrivano al mare; ma è ormai una distesa d’acqua grigia, senza neppure l’odore salmastro, e la temperatura non è affatto più mite. Raccolgono qualche oggetto da una nave abbandonata e continuano il viaggio verso sud, verso una salvezza possibile.

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Misery

Ovviamente non poteva mancare Stephen King. Ovviamente non poteva mancare una delle sue storie sconvolgenti. Tra le tante, lunghissime o più brevi, ne abbiamo scelta una che è quasi accennata nonostante la sua lunghezza consistente (una buona lettura che intrattiene) ma dalla potenza enorme. Che ci piace ancora di più perché non parla solo di follia ma anche di un celebre scrittore.

Paul Sheldon, il celebre scrittore in questione, viene sequestrato in una casa isolata del Colorado da una sua fanatica ammiratrice. Affetta da gravi turbe psichiche, la donna non gli perdona di aver “eliminato” Misery, il suo personaggio preferito, e gli impone tra terribili sevizie di “resuscitarla” in un nuovo romanzo. Paul non ha scelta, pur rendendosi conto che in certi casi la salvezza può essere peggio della morte

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Drive-in

Un classico di un autore particolarmente vivace e complesso: la produzione di Joe R. Lansdale tocca vari filoni del genere horror, soprattutto quando si parla dei thriller con Hap e Leonard oppure del Texas (Lansdale è orgogliosamente texano) visto con gli occhi dei bambini. Ma questa trilogia è un piccolo capolavoro, almeno nei primi due titoli (il terzo è abbastanza inutile).

Immaginate il più grande drive-in mai esistito: l’Orbit. Siamo in Texas, è un venerdì sera e l’Orbit è stipato di gente che sgomita per popcorn e coca-cola, pregustando la Grande Nottata Horror. Ma sul più bello, il drive-in stesso si trasforma in un film dell’orrore: gli spettatori diventano gli involontari ed esterrefatti protagonisti di un incubo orchestrato dal mostruoso Re del Popcorn, sintesi delle peggiori conseguenze dell’ossessione al consumo.

E se in “Drive-in 2” vediamo i personaggi sopravvissuti aggirarsi in un paesaggio irriconoscibile, “La notte del drive-in 3” ci catapulterà definitivamente in un microcosmo ancora più delirante, un mondo di misteriose e inclassificabili meraviglie, in cui ci si imbatte in inondazioni di proporzioni bibliche, in un pesce gatto che aspira a ingoiarsi la balena di Giona e in una schiera di creature oscure, di una malvagità paragonabile solo a quella dell’essere umano al suo peggio.

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Coniglio maledetto

Spazio ai giovani? Come bisogna reagire quando qualcuno ci confessa di «non aver mai letto un libro così?» E quanti libri meritano una definizione di rottura e originalità, arrivando a rappresentare qualcosa di unico in un panorama editoriale affollato?

Su questa raccolta di racconti di Bora Chung ci sono pochissimi dubbi: è un libro di questo tipo. Nell’arco di dieci racconti, riesce a creare mondi che spaziano dall’horror coreano alle fiabe russe, dalla fantascienza al romanticismo masochista, mescolando i generi per renderli quasi indistinguibili l’uno dall’altro, fino ad arrivare a chiudere quei mondi o a farli esplodere nelle maniere più inaspettate.

Per chi ama la scrittura di Angela Carter, Ottessa Moshfegh e Sayaka Murata, questa raccolta di racconti, già tradotta in 22 paesi, si presenta con una reputazione quasi magica: le sue favole surreali e agghiaccianti ci portano in un mondo in cui conformismo e oppressione sociale generano maledizioni da infrangere con nuove forme di vendetta e violenza, ma a volte anche con una risata surreale.

La scrittura di Bora Chung ricorda la dolcezza delle fiabe di infanzia prima che ne scoprissimo i risvolti più oscuri e ci imbattessimo per la prima volta nel sangue delle principesse; ci ipnotizza con le tradizioni di un mondo antico o scomparso per portarci fuori dal tempo e dentro a un cosmo oscuro che fa paura, ma è anche pieno di una “malata bellezza”; e ci lascia storditi, come i personaggi delle sue storie, dai legami nascosti del nostro corpo, ineluttabilmente legato a questa vita.

Questo è un libro che urla per essere letto fino a tarda notte e passato alla persona più vicina il giorno dopo.

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Notte horror 80

Concludiamo con due fuori sacco, come tradizione delle liste dei migliori libri di Macity. La prima viene dal passato: una antologia sugli anni Ottanta centrata sull’horror e fatta tutta da scrittori italiani. Un assaggio? Cinque premesse.

Se quando ti addormenti arriva un signore con un brutto maglione, e artigli d’acciaio alle mani.

Se quando affitti una casa di vacanze in quella località un po’ isolata, nello scantinato ritrovi una copia del Libro dei Morti e ti sale un’irrefrenabile voglia di leggerlo ad alta voce.

Se tua figlia piccola passa molto tempo a fissare la statica del televisore e a bisbigliare qualcosa di incomprensibile.

Se il negoziante cinese che ti ha venduto quello strano animaletto domestico ti suggerisce di non dargli da mangiare dopo mezzanotte, ma tu lo hai ingozzato di pizza alle due di notte e ora senti strane risatine dal piano di sopra.

Se il tuo nuovo inquietante vicino di casa esce solo di notte, e nel quartiere si diffondono volantini di persone scomparse.

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Storie giapponesi di paura. Yokai, yurei, obake e altre creature spaventose

Abbiamo iniziato parlando di Giappone e terminiamo la nostra lista dei migliori libri di Macity dedicati all’horror con il secondo fuori sacco dedicato ancora al Giappone grazie alla penna di uno straordinario viaggiatore e scrittore del passato: Lafcadio Hearn.

Il mondo del folklore giapponese è ricco di creature spaventose: apparizioni inquietanti, spiriti, demoni, creature metà animali e metà donne, mutaforma che mettono in comunicazione il mondo dei vivi con quello dei morti.

Uno degli aspetti più inebrianti di questo universo è ben spiegato nella prefazione a questo libro da Paolo Linetti, esperto di arte giapponese: “I mostri giapponesi non possono essere definiti ‘soprannaturali’, essi non vengono da un’altra dimensione, occupano lo stesso spazio reale degli umani”.

Una caratteristica che il giornalista e professore di origine greco-irlandese Lafcadio Hearn riesce a trasmetterci pienamente: anche oggi le sue selezioni di racconti dal folklore nipponico sono considerate un vero e proprio ponte tra Occidente e Oriente. Questo volume ne raccoglie trentatré di genere spaventoso

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