Partire, viaggiare, scoprire. Da sempre c’è tutta una classe di persone, uomini e donne, che amano il viaggio e l’avventura. Meglio se in solitaria. Un modo per scoprire il mondo ma anche per scoprire se stessi e la vita.
Ecco dunque questa breve introduzione con le migliori letture (secondo noi, come sempre) per andare “sulla strada”, come diceva Jack Kerouak, che ovviamente non può mancare in questa raccolta. Ma non è certo il solo, non è l’unico e non è necessariamente neanche il migliore. L’ansia dell’avventura è comune a tutte le stagioni della vita ma anche a tutte le epoche. Basta saperla trovare. Buone letture.
Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.
Sulla strada
Viaggiatore solitario, antieroe per eccellenza, a tratti anche personaggio controverso. Jack Kerouak, uno degli autori più citati ma meno letti di sempre, è il maestro del viaggio della rivoluzione controculturale. Anzi, della beat generation.
Sal Paradise, un giovane newyorkese con ambizioni letterarie, incontra Dean Moriarty, un ragazzo dell’Ovest. Uscito dal riformatorio, Dean comincia a girovagare sfidando le regole della vita borghese, sempre alla ricerca di esperienze intense. Dean decide di ripartire per l’Ovest e Sal lo raggiunge; è il primo di una serie di viaggi che imprimono una dimensione nuova alla vita di Sal.
La fuga continua di Dean ha in sé una caratteristica eroica, Sal non può fare a meno di ammirarlo, anche quando febbricitante, a Cittàe del Messico, viene abbandonato dall’amico, che torna negli Stati Uniti.
Latinoamericana. I diari della motocicletta
L’altro grande libro di viaggio, l’altra grande scoperta del mondo. L’altro grande personaggio, il medico e rivoluzionario argentino che tanto ha fatto per il popolo cubano, nel suo viaggio di formazione.
Dicembre 1951. Due giovani studenti di medicina argentini, Ernesto Guevara de la Serna e Alberto Granado, partono in sella a una sgangherata motocicletta, pomposamente battezzata “Poderosa”, per attraversare l’America Latina. Li aspettano sette mesi di avventure e incontri destinati a forgiarli per sempre. Toccheranno mille luoghi, dalle rovine di Machu Picchu al lebbrosario di San Pablo. Durante il viaggio Ernesto raccoglie appunti e, una volta rientrato, li riordina in un diario che è ormai un mito, l’opera più celebre del Che, un libro di culto letto e amato da almeno tre generazioni.
Queste pagine rivelano lo sguardo fresco ma già critico e intelligente che sarà del “comandante Che Guevara”; contengono i mille volti dell’America, la miseria degli Indios e la folgorante bellezza del paesaggio; raccontano il desiderio di conoscere, esplorare, capire, emozionarsi come solo a vent’anni si può, mentre la moto perde pezzi per strada e due ragazzi diventano uomini.
Buonanotte, signor Lenin
Forse uno dei nostri più grandi scrittori di viaggi e di avventure. Perché definirlo giornalista sarebbe fortemente riduttivo. Nell’agosto del 1991 Tiziano Terzani si trova lungo il corso del fiume Amur, in Siberia, aggregato a una spedizione sovietico-cinese, quando apprende la notizia del golpe anti-Gorbacëv che ha appena avuto luogo a Mosca. Decide di intraprendere subito, questa volta da solo, un lungo viaggio che in due mesi lo condurrà, attraverso la Siberia, l’Asia centrale e il Caucaso, fino alla capitale.
Un’esperienza eccezionale, fissata negli appunti, nelle riflessioni e nelle fotografie che compongono questo libro, una testimonianza in presa diretta di un evento epocale, una galleria di individui e popoli diversi, un panorama di città leggendarie, di luoghi sconosciuti e abbandonati ai margini della storia, di vestigia del passato e di segnali del nuovo che avanza. Un viaggio, e un libro, che riprende la fotografia istantanea del tramonto definitivo dell’impero sovietico.
L’isola delle pescatrici
Uno dei più bei reportage della storia del giornalismo italiano. Nel luglio del 1954, Fosco Maraini, scrittore, orientalista, fotografo, viaggia assieme a una piccola troupe cinematografica fino a una minuscola terra nel nord del Giappone: l’isola di Hèkura.
Qui incontra gli Ama, i figli delle onde, una comunità isolata e indipendente che vive in simbiosi col mare. Nella loro rigida organizzazione sociale, alle donne è riservato un compito decisivo: immergersi in apnea lungo i fondali davanti all’isola per la pesca subacquea degli awabi, un mollusco particolarmente prelibato.
Oggi, quella tradizione unica è ormai scomparsa, sostituita da tecniche moderne. Questo libro racconta l’incontro con queste amazzoni dell’oceano, donne coraggiose e volitive che hanno con il mare un legame antichissimo. Una comunità inesplorata che Maraini ritrae con la precisione del documentarista e l’estro letterario del narratore.
Un viaggio dentro e fuori dal tempo, un’avventura degna della fantasia di Jules Verne che nasce da un’esperienza reale, irripetibile, e dal desiderio appassionato di Maraini di conoscere e tramandare l’umanità dei suoi incontri.
Sovietistan
Cosa vuol dire viaggiare? Con il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, le cinque repubbliche dell’Asia centrale fino ad allora controllate da Mosca ottengono l’indipendenza. Nel corso di settant’anni di regime sovietico, Turkmenistan, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan, i paesi che, dalle catene montuose più alte del mondo al deserto, segnavano un tempo la rotta della Via della Seta, sono in qualche modo passati direttamente dal Medioevo al ventesimo secolo.
E dopo venticinque anni di autonomia, tutte e cinque le nazioni sono ancora alla ricerca della loro identità, strette fra est e ovest e fra vecchio e nuovo, al centro dell’Asia, circondate da grandi potenze come la Russia e la Cina, o da vicini irrequieti come l’Iran e l’Afghanistan.
A unirle sono i contrasti: decenni di dominio sovietico convivono con le amministrazioni locali, la ricchezza esorbitante data da gas e petrolio con la povertà più estrema, il culto della personalità con usanze arcaiche ancora vitali. E mentre le steppe si riempiono di edifici ultramoderni e ville sfarzose abitate dai nuovi despoti, continuano a sopravvivere la passione per i tappeti e i bazar, l’amore per i cavalli e i cammelli, e innumerevoli tradizioni che rendono una visita alla regione e ai suoi abitanti indimenticabile.
Nel suo reportage sui paesi alla periferia dell’ex Unione Sovietica, Erika Fatland unisce un approfondito lavoro di ricerca e analisi geopolitica al gusto dell’avventura.
I diari della Kolyma. Viaggio ai confini della Russia profonda
Sempre attorno alla Russia. Sempre attorno all’orrore. Questo è un viaggio in una delle ultime badland rimaste al mondo, un luogo pieno di fantasmi, gulag e sopravvissuti, radunatisi tutti (sembra) lungo i 2000 chilometri dell’autostrada della Kolyma. Jacek Hugo-Bader ascolta e ci riporta gli incantevoli, talvolta devastanti, racconti che hanno condotto i suoi “compagni di viaggio” in questa terra “benedetta”.
Ne scaturisce un libro sui discendenti dei prigionieri che riescono a malapena a vivere, sui truffatori, i veterani, i commercianti di ferro, i politici corrotti e la criminalità organizzata.
Le storie narrano di studiosi che ora sopravvivono andando alla ricerca di funghi e bacche, di scultori che raccolgono le teste sparse delle statue di Lenin, di minatori che scavano nelle fosse comuni cercando oro e di tutti i tossicodipendenti, i condannati, gli eroi decaduti e anche degli sportivi che, in fuga da tutto, finiscono nella regione più remota della Russia e forse del mondo
Orient Express
Un viaggio struggente. Accompagnato da incessanti interrogativi, John Dos Passos ci racconta il suo viaggio nei Balcani, in Turchia, nel Caucaso e in Medio Oriente.
Consapevole della propria irriducibile estraneità a quei luoghi e a quella gente, lo scrittore americano si sente tuttavia incredibilmente attratto dai ritmi e dalle regole di una vita che pare procedere con esasperante lentezza, con un andamento sempre uguale da secoli, ma che all’improvviso si infiamma.
E il 1921, in un’epoca di tremendi rivolgimenti politico-sociali, di conflitti militari, anni in cui cambia profondamente l’assetto delle regioni che Dos Passos attraversa. Guardando a questi eventi scrive pagine acute e provocatorie, come quelle sugli strascichi della guerra greco-turca o sulla creazione dell’Iraq a opera degli inglesi.
Sul crinale fra realtà e sogno, in un viaggio in bilico fra memoria e immaginazione, il lettore si ritrova proiettato in spazi e scenari naturali e umani di struggente bellezza: “i vecchi con le barbe cremisi, i turbanti enormi, bianchi, blu, neri, verdi, appollaiati su zucche pelate, gli asini bianchi, le cupole a uovo di pettirosso, i campi di papaveri bianchi da oppio“.
Da questo flusso di vita che avanza placido e stanco, ma è capace di repentine accelerazioni, Dos Passos cattura fotogrammi di grande forza evocativa, e il puro reportage raggiunge le vette della lirica. Con otto dipinti originali dell’autore.
Il giro del mondo in 80 giorni
Lo sappiamo benissimo: non l’avete mai letto. O, se l’avete letto, eravate bambini e avete letto le versioni ridotte per i più piccoli. Ma questo incredibile romanzo di Jules Verne è tutt’altro che una bambinata, tutt’altro che semplice, tutt’altro che scontato. È letteratura di genere, di evasione, ma da leggere.
Nel lontano 2 ottobre 1872 il londinese Fogg e il francese Passepartout iniziano un viaggio di 80 giorni attorno al mondo per vincere una scommessa di ventimila sterline stipulata con i compagni del Club della Riforma.
Passando da Bombay a Hong Kong, da Shangai a San Francisco, Fogg e Passepartout entreranno in contatto con culture e usanze sconosciute, e dovranno affrontare numerosi imprevisti e avversità che ostacoleranno il compimento dell’impresa: a partire dal servitore che si ubriaca e perde i biglietti, per finire con un agente che sorveglia la spedizione convinto di aver riconosciuto in Fogg un famoso ladro, autore di una rapina alla banca d’Inghilterra.
Per vincere la scommessa Fogg dovrà infine affittare un battello a vapore con cui attraversare l’Oceano Atlantico. Nonostante il ritardo accumulato la scommessa verrà vinta, non senza un ultimo colpo di scena.
Trans Europa Express
Primo fuori sacco, altrimenti non sarebbe la lista dei migliori di Macity. A viaggiare con noi è Paolo Rumiz, inviato molto speciale. con questo libro incredibile.
Siamo nel 2008. Seimila chilometri a zigzag da Rovaniemi (Finlandia) a Odessa (Ucraina). Un percorso che sembra tagliare, strappare l’Europa occidentale da quella orientale. È una strada, quella di Rumiz, che tra acque e foreste, e sentori di abbandono, si snoda tra gloriosi fantasmi industriali, villaggi vivi e villaggi morti.
Rumiz accompagna il lettore, con una voce profonda, ricca di intonazioni, per paesaggi inediti, segreti, struggenti di bellezza. E più avanza, più ha la sensazione di non trovarsi su qualche sperduto confine ma precisamente al centro, nel cuore stesso dell’Europa.
Attraversa dogane, recinzioni metalliche, barriere con tanto di torrette di guardia, vive attese interminabili e affronta severissimi controlli, ma come sempre conosce anche la generosità degli uomini e delle donne che incontra sul suo cammino: un pescatore di granchi giganti, prosperose venditrici di mirtilli, un prete che ha combattuto nelle forze speciali in Cecenia.
L’eroe dai mille volti
Forse la storia è quella del “viaggio dell’eroe”, la versione semplificata per aspiranti sceneggiatori. Ma dietro al bigino a uso e consumo di Hollywood, c’è molto di più. Una bellissima ricerca antropologica trasversale sul mito, scritta in maniera magistrale dal suo autore, Joseph Campbell. È il secondo fuori sacco di questa nostra lista dei migliori libri di Macity.
Il mito è da sempre oggetto di analisi da parte di storici, filosofi, antropologi, sociologi, che ne hanno proposte le interpretazioni più disparate, riconfermandone però sempre l’importanza nell’ambito della vita associata. Anche gli psicoanalisti si sono rivolti a esso: per loro il mito, come il sogno, rivela la struttura stessa della psiche.
Secondo Jung, il mito sarebbe un sognare a occhi aperti, il sogno una continuazione del mito ed entrambi la manifestazione di motivi arcaici, che rivelano l’esistenza di elementi strutturali della psiche inconscia. Questi motivi o immagini, da lui chiamati archetipi, dimostrano che esiste un inconscio collettivo comune da sempre a tutti gli uomini.
Nello scrivere questo saggio sul mito dell’eroe, Joseph Campbell si è rifatto alle concezioni psicoanalitiche, in particolare a quelle di Jung, ma ha tenuto conto anche delle altre interpretazioni. Perciò “L’eroe dai mille volti” è un fantasmagorico viaggio attraverso le culture di tutto il mondo e di tutte le epoche.
Centinaia di miti, favole e leggende, una folla di uomini, eroi, mostri, spettri, fate e geni, un pantheon di dèi clementi e terribili, maestosi e beffardi, costituiscono la materia di un libro che dalla sua prima pubblicazione, nel 1949, si è imposto come un grande classico.
Un camper color formaggio
E siccome non c’è due senza tre, ecco l’ultimo fuori sacco della nostra lista dei migliori libri di Macity. Un libro per i più piccoli (dai sei anni in su) del mitico topo giornalista Geronimo Stilton.
E spiega tutto lui: “Io odio viaggiare. Allora che ci faccio qui in Topikistan, a quaranta gradi sotto zero, su un camper color formaggio? Chiedetelo a mio nonno, Torquato Travolgiratti, detto Panzer“.
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