Gli sviluppatori di Mozilla integreranno in Firefox funzionalità di ricerca basata su immagini sfruttando Google Lens, la tecnologia di Google che combina un insieme di capacità di elaborazione basate sulla visione per comprendere cosa si sta guardando e utilizzare queste informazioni per copiare o tradurre testi, identificare piante e animali, esplorare luoghi o menu, scoprire prodotti, trovare immagini visivamente simili e altro ancora.
A riferire della novità in arrivo è il product manager responsabile delle ricerche in Firefox, spiegando che la funzionalità offrirà “un modo fluido, veloce e in grado di suscitare curiosità” per “cercare quello che vedi”.
Con un click sull’immagine sarà possibile: trovare prodotti, luoghi o oggetti simili, copiare, tradurre o cercare il testo presente in una immagine, prendere spunto per imparare, viaggiare o fare shopping.
La novità sarà inizialmente disponibile solo per la versione desktop di Firefox, richiamabile con il tasto destro del mouse (o equivalente combinazione del trackpad) e funziona a patto che Google sia impostato come motore di ricerca predefinito.
I dipendenti di Mozilla sottolineano che si tratta di una funzionalità opt-in e in quanto tale l’utente può attivarla o no, in linea con l’impegno della community su privacy e il libero arbitrio degli utenti.
Serve davvero l’AI nei browser?
La decisione di Mozilla arriva in un momento nel quale vari sviluppatori di browser stanno sempre più implementando funzionalità AI, come ad esempio Microsoft Edge con l’AI di Copilot o Google con Gemini su Chrome; quella di Mozilla è vista da molti osservatori come una scelta pragmatica per mettersi in pari con le funzionalità offerte dalla concorrenza e concentrare le risorse su altri elementi che contraddistinguono Firefox (es. la protezione antitracciamento o la navigazione anonima).
Non tutti ritengono utile infarcire i browser di funzionalità AI: gli sviluppatori di Vivaldi, ad esempio, sono contro l’uso di funzionalità AI avanzate, perché a loro modo di vedere uccidono l’esplorazione attiva del web, trasformando la navigazione web da un’esperienza attiva, basata su esplorazione e curiosità, in un processo passivo, guidato da algoritmi che decidono per l’utente.
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