Se dovessimo sintetizzare il senso del nuovo DJI Mic 3, diremmo: prendere tutto ciò che ha funzionato su Mic 2 e Mic Mini, comprimerlo in un formato ancora più portatile e aggiungere funzioni pensate per creator e piccoli team video.
Il risultato è un sistema microfonico wireless compatto con registrazione interna a 32-bit float, nuova gestione del guadagno “intelligente”, ricevitore con schermo touch e una custodia che non è solo caricatore, ma anche organizer. E sì: nel kit “full” ci sta davvero tutto, paraventi compresi.
Unboxing, Design, dimensioni e qualità costruttiva
La prima cosa che colpisce sono i trasmettitori TX: pesano 16 grammi, sono minuscoli ma curati nei dettagli (clip rotante, magnete e paraventi disponibili anche in colori discreti). L’ispirazione al fattore di forma del Mic Mini è evidente, ma qui abbiamo componenti e autonomia di livello superiore.
La miniaturizzazione rende più facile “scomparire” su abiti leggeri o su colletti sottili, con un ingombro visivo ridottissimo nelle inquadrature.
La custodia di ricarica merita una nota a parte: oltre a ricaricare TX e RX, ospita cavi, paraventi e accessori, risolvendo una delle lamentele più frequenti su Mic 2 (paraventi dimenticati in borsa). Nella pratica, questa custodia “tutto-in-uno” velocizza setup e cambio di posizione, riduce il rischio di perdere pezzi e porta l’autonomia complessiva fino a 28 ore. Nota: nel nostro testo useremo TX e RX spesso al posto di Trasmettitore e Ricevitore.
Portabilità sul campo
Il kit complet con due TX + RX e custodia rimane molto compatto. In uno zainetto mirrorless entra senza sacrifici, e l’ergonomia di base è a prova di freelance: si apre la custodia, si accende il trasmettitore ottenendo un accoppiamento istantaneo, si regola dal touch dell’Ricevitore e si registra. L’idea di DJI è dichiaratamente quella di ridurre l’ansia da impianto audio: meno cavi, meno adattatori da ricordare, più ordine.

Connettività e adattabilità ai dispositivi
La versatilità è uno dei motivi per cui Mic 3 può diventare il supporto giornaliero di un creator multi-piattaforma. Il ricevitore offre uscita 3,5 mm TRS con blocco a vite, monitoraggio cuffie, USB-C e il classico innesto “a slitta” per contatto caldo o gabbia di rirpesa; può anche dialogare in ecosistemi DJI (Action/Osmo/Pocket) senza RX quando supportato. Per collegarsi ad uno smartphone, il ricevitore si collega via USB-C o, in alternativa, con adattatore Lightning ufficiale (venduto in bundle dedicati o come accessorio).

Come lavora con iPhone
Con i modelli recenti (serie 15, 16 e 17 con USB-C) il collegamento è diretto dal ricevitore: basta l’adattatore USB-C incluso nel kit e si registra nell’app fotocamera o nelle app di ripresa più diffuse. DJI pubblica una lista di compatibilità che include gli iPhone 14/15/16/17 e specifica anche un trucco utile: si possono copiare via USB-C, direttamente dalla custodia, i file interni registrati sui TX (uno alla volta), comodo per backup al volo. Per iPhone con Lightning si acquista il ricambio ad hoc. In sintesi: lato iPhone l’esperienza è plug-and-play, con in più la rete di sicurezza della registrazione interna a 32-bit float.
Funzioni “pro”: 32-bit float, Adaptive Gain, tono voce e timecode
DJI ha allineato Mic 3 alle richieste dei creator: registrazione 32-bit float sul trasmettitore (oltre al 24-bit lossless in trasmissione), Adaptive Gain Control con modalità Automatica e Dinamica per prevenire clipping e livellare differenze tra voci, tre preset di tono voce (Regulare, Rich, Bright) e cancellazione del rumore a due livelli. In più: timecode LTC con input 3,5 mm TRS e range di trasmissione dichiarato fino a 400 metri in condizioni ideali, con switch tra 2,4 GHz e 5 GHz per robustezza.
Qui sotto vediamo una tabella di confronto i set completi della versione 2 e 3.
| Caratteristica | DJI Mic 2 (Full Set) | DJI Mic 3 (Full Set) |
|---|---|---|
| Peso trasmettitori (TX) | ≈ 26 g ciascuno | 16 g, più leggeri e compatti |
| Dimensioni trasmettitore | Maggiore spessore e ingombro | Profilo ridotto, più discreto |
| Memoria interna TX | 8 GB, registrazione 32-bit float | 32 GB, registrazione 32-bit float avanzata |
| Gestione guadagno | Manuale, senza funzioni avanzate | Adaptive Gain Control (Automatico/Dyinamico) |
| Preset voce | Non disponibili | 3 profili: Regular, Rich, Bright |
| Cancellazione rumore | Base | Due livelli di cancellazione |
| Portata segnale | Fino a 250 m | Fino a 400 m |
| Autonomia | ≈ 6 h TX/RX, fino a 18 h con custodia | ≈ 8 h TX, 10 h RX, fino a 28 h con custodia |
| Custodia ricarica | Ricarica ma spazio accessori limitato | Organizer migliorato, alloggiamento accessori |
| Ingresso lavalier | Sì, supporto microfono esterno | No, non disponibile |
| Scalabilità | Limitata a 2 TX standard | Fino a 4 TX e 8 RX, modalità quad |
| Timecode | Non disponibile | Supporto timecode LTC |
| Compatibilità smartphone | Compatibile ma meno ottimizzato | Plug & Play con iPhone USB-C / adattatore Lightning; trasferimento file dalla custodia |
| Qualità audio | 32-bit float, trasmissione 24-bit/48 kHz | Stessa qualità con funzioni extra (Guadagno adattivo, preset voce) |
Un altro tassello chiave è l’aumento della memoria interna a 32 GB per TX: tradotto, ore di registrazione “di scorta” anche se la trasmissione cade o l’app salta. Nei contesti reali (eventi, interviste in esterna), questa ridondanza vale oro.
Qualità audio e comportamento in ambienti reali
La qualità percepita è coerente: voce pulita, rapporto segnale/rumore credibile per un bodypack ultra-leggero, benefici tangibili dell’Adaptive Gain sulle voci con dinamica “ballerina” e un noise cancelling che, specie su “Basic”, toglie distrazioni senza intaccare troppo il timbro. Nessun algoritmo è miracoloso—se il vento è importante serve sempre il paravento—ma il bilanciamento tra pulizia e naturalezza è centrato.
Dal lato portata, i 400 m sono un dato di targa: i test in campo aperto ci vanno vicino; in scenari con movimento di camera o ostacoli il margine scende, come prevedibile, ma resta più che adeguato per interviste e primi piani. Qui la scelta di DJI di gestire in automatico la banda aiuta a evitare buchi di segnale.

Cosa manca davvero
Il punto più discusso è l’assenza dell’ingresso per lavalier sui trasmettitori. Per molti creator non è un problema (i TX su clip/magnete sono già discreti), ma per videomaker che vogliono microfonare con capsula lav nascosta sotto i vestiti è un limite operativo. Alcuni siti europei lo indicano come il “vero” compromesso del Mic 3, più rilevante perfino dell’assenza della vecchia modalità Safety Track dei Mic precedenti. Se per workflow e look ti serve laval cablata, questa scelta progettuale è da valutare attentamente.

Autonomia e gestione dell’energia
DJI dichiara fino a 28 ore totali con case (ricariche multiple) e cicli lunghi per RX/TX. Nella pratica, sul set di una giornata non si resta mai “a secco” se si parcheggiano i TX in custodia nelle pause. L’ottimizzazione conta più della pura capacità: un case che ricarica e tiene tutto in ordine riduce i tempi morti e l’ansia da percentuale batteria. Questo aspetto viene elogiato in più test, anche in confronto diretto con rivali di fascia simile.

Ecosistema, multi-persona e multicam
Un tratto che differenzia Mic 3 dai concorrenti è la scalabilità: fino a 4 trasmettitori e 8 ricevitori in parallelo, con modalità quadrafonica per separare le tracce quando si lavora con camere/supporti compatibili. Nei team piccoli significa poter microfonare un panel e registrare su più corpi macchina senza “danza dei cavi”. È un plus vero per interviste multicamera, podcast video e talk itineranti.
Esperienza diretta su iPhone: cosa aspettarsi
Su iPhone 15 e 16 (USB-C) il flusso è lineare: RX sulla porta USB-C, si sceglie la sorgente “microfono esterno” nell’app (spesso automatico), si controlla il livello dall’RX e si avvia la ripresa. Chi gira in verticale con gimbal può apprezzare la soluzione senza cavi quando si accoppiano direttamente alcuni dispositivi DJI, ma nella maggior parte dei casi l’RX resta la via più universale.

Per chi ha ancora iPhone con Lightning, DJI commercializza un adattatore dedicato che trova posta anche nell custodia: comodo se si vuole riutilizzare il parco più “veccchio” dello studio o di redazione durante la transizione a USB-C. In ogni caso, la lista ufficiale di compatibilità aggiornata di DJI copre i modelli chiave (14/15/16,17) e indica anche note pratiche su trasferimento file dal case via USB-C. Dal punto di vista editoriale, significa workflow più efficiente: si scaricano le clip in 32-bit float direttamente su iPhone/iPad per un controllo immediato, senza passare dal computer.

Pregi e difetti
Nel quotidiano, Mic 3 convince perché riduce gli imprevisti: la registrazione interna a 32-bit float è la vera assicurazione sul risultato, l’Adaptive Gain evita picchi, la custodia-organizer accorcia i tempi di setup, la scalabilità fa crescere il sistema col progetto. Sul rovescio della medaglia, l’assenza dell’ingresso lavalier è una rinuncia che non tutti accetteranno; se si lavora spesso con abiti che richiedono microfoni occultati o con capsule specifiche, sono da valutare alternative o accessori terzi (con inevitabili compromessi). Anche la portata dichiarata richiede le solite cautele in ambienti affollati o con camera in movimento, ma resta competitivo.
Per chi è
- Creator mobile che girano con iPhone mirrorless/Action e vogliono un sistema unico: qui Mic 3 è quasi scontato, perché “parla” bene con tutto e la curva di apprendimento è dolce.
- Redazioni agili e videomaker che alternano interviste, eventi e contenuti social: i 32-bit float interni e l’Adaptive Gain riducono gli scarti di lavorazione, la custodia compatta accelera il cambio di set.
- Team multicam: la possibilità di 4 TX e 8 RX apre scenari operativi non scontati in questa fascia.
Conclusioni
DJI Mic 3 è il classico prodotto che permette di lavorare con più efficienza meglio senza diventare un ostacolo nella preparazione di un progetto o di una ripresa. È piccolo, ordinato, prevedibile nei comportamenti, ma al tempo stesso “salva riprese” con ridondanza a 32-bit float e guadagno adattivo. Il focus su portabilità e workflow è concreto: meno scatoline in borsa, meno menù da inseguire.
Per l’uso con iPhone, oggi, è tra i sistemi più pronti: attacchi l’RX via USB-C (o Lightning con adattatore), controlli dal touch e registri; se serve, si scarichi dalla custodia i file interni per la sicurezza finale. Le rinunce? L’assenza dell’ingresso lavalier sui TX e qualche limite di portata nel mondo reale rispetto ai dati dichiarati, ma sono compromessi chiari e, per molti creator, accettabili rispetto al pacchetto complessivo. Promosso come soluzione “tuttofare” per chi crea contenuti ogni giorno, in mobilità.
Pro
- Qualità della registrazione
- Memoria più ampia = maggiori ore di registrazione
- Durata maggiorata della batteria
- Timecode comodissimo in fase di montaggio
- Custodia che ospita anche i paravento molto pratica.
Contro
- Assenza dell’ingresso lavalier
- Portata della trasmissione dichiarata un po’ ottimista.
Prezzi, disponibilità e concorrenza
DJI propone kit modulabili: dal pacchetto base 1TX+1RX fino alla versione full con 2TX + RX + charging case. Il posizionamento è aggressivo rispetto al Mic 2 al lancio e a rivali “pro” come Rode Wireless Pro o Hollyland Lark Max, soprattutto considerando 32-bit float, Adaptive Gain e timecode.
DJI Mic 3 è già in vendita anche su Amazon e costa 109 € in kit con 1 trasmettitore e 1 ricevitore, oppure 309 € con 1 ricevitore, 2 trasmettitori e custodia di ricarica.
Il solo trasmettitore costa invece 99 €, mentre il ricevitore viene venduto a 119 €. Volendo si può acquistare separatamente anche la custodia (69 €).
Infine tra gli altri accessori compatibili troviamo l’adattatore Lightning per iPhone più datati (19 €) e il set di 5 paraventi colorati (25 €) che si possono adattare all’abito che utilizzate per le vostre presentazioni.
Inseriamo qui sotto il set equivalente del DJI Mic 2 per un confronto di prezzi.









































