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Spot Apple Our Signature: non piacciono, ma la ricerca è di Samsung

Forse davvero il nuovo spot di Apple intitolato “Our Signature” non piace. Forse sarà anche vero che è percepito come troppo cerebrale, freddo, distante e poco comunicativo, ma è altrettanto vero che per esprimere questo giudizio si dovrebbe, se non altro, farlo quando si è liberi dalla possibilità di essere accusati di avere qualche interesse trasversale. Se si annuncia pubblicamente l’esito della ricerca, sarebbe anche bene dire per chi quella ricerca è stata svolta, così da far comprendere il quadro complessivo e, eventualmente, lasciare libero chi legge di pensare che il giudizio critico sia parte di una campagna di marketing. Tutto questo altrettanto certamente non è stato ritenuto una priorità da parte di Ace Metrix, che si era lanciata in una valutazione critica dello spot, e questo potrebbe suscitare qualche sospetto, giacché l’azienda americana specializzata in misurazione del mercato pubblicitario, lavora per Samsung.

spot our signature

Secondo quanto si apprende, la ricerca da cui emerge la non particolare affezione da parte del pubblico per lo spot, sarebbe stata infatti condotta per conto della filiale americana dell’azienda che è il principale concorrente di Apple nel mercato smartphone. Ai suoi vertici erano destinate le conclusioni e le osservazioni compiute, i dati statistici e le interviste che sono state successivamente trasformate in un rapporto reso pubblico.

Ken Segall, firma di numerosi storici spot di Apple (un nome su tutti: la campagna “Think Different”), è particolarmente critico con questa scelta. «Perché – si chiede Segall – Ace Metrix ha voluto rendere pubblici i dati delle proprie analisi su Our Signature? Se hanno fatto le ricerche per conto di Samsung ci si aspetterebbe che i dati di questi venissero consegnati al cliente e basta. Perché Samsung ha fatto in modo che questi fossero diffusi?» Le ipotesi possono essere molte, ma è facile immaginare che la casa sud coreana abbia visto nella ricerca un modo per mettere in cattiva luce Apple e alimentare il torrente dei blogger anti-Apple. Ovviamente questo potrebbe anche essere legittimo ma quel che si potrebbe contestare è l’avere operato senza trasparenza; probabilmente sapendo che la ricerca era stata realizzata per il principale concorrente di Apple, si sarebbe potuto dare un peso più adeguato alle conclusioni.

Segall scende anche in un’analisi dello spot Apple e afferma di non essere per nulla sorpreso dal fatto che sia meno gradito di quelli di Samsung. Our Signature è riflessivo, cerca di evidenziare qualità dell’azienda; l’annuncio di Samsung sfrutta l’umorismo, evidenziando in TV funzionalità non presenti in altri smartphone. Le aziende si aspettano tante cose dagli spot, ma non sempre le reazioni che arrivano sono positive È uno dei motivi per il quale pare Steve Jobs fosse allergico a fare ricerche sui consumatori. “Se Apple seguisse un approccio esclusivamente basato sui numeri, i suoi prodotti e la sua pubblicità sarebbero molto diversi” dice Segall.

https://www.youtube.com/watch?v=Zr1s_B0zqX0

 

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