Se ripercorriamo la storia di Sun, al pari di quella di Apple e di poche altre aziende, in realtà ripercorriamo la storia informatica. Ma il gigante che ha creato tra le altre cose Java adesso vede le sfide per il suo futuro addensarsi sempre più, anche se il periodo di grande crisi è terminato.
Dopo che Bill Joy, una delle figure chiave dell’azienda e uno dei visionari più lucidi nella giovane storia del computer ha lasciato l’azienda, adesso è la volta di alcuni manager di alto livello. Se ne va infatti Peter Ulander, responsabile marketing delle soluzioni Desktop, andando a fare lo stesso lavoro per MontaVista, semisconosciuta azienda di Sunnyvale che lavora su tool per Linux sia in ambito embedded che di sistemi complessi.
Ma il problema alla base di un normale cambiamento ai vertici stanno tutti nella prospettiva di Sun e nel suo “core business”. Cosa produce in realtà l’azienda? Server? Applicazioni? Linguaggi? Microprocessori? Soluzioni e servizi? L’estrema diversificazione di McNeal ha consentito a Sun di cogliere il meglio di tanti settori talvolta intuiti con anni di anticipo, ma allo stesso tempo sta indebolendo le prospettive di una crescita costante e coerente.
Anche il rapporto con il mondo dell’Open Source, il driver del mercato dell’IT più forte e promettente dai tempi della quotazione di Red Hat, non sono mai stati chiaramente definiti. Java è uno dei linguaggi e degli application server più seguiti e promettenti (anche se molti giurano sul fatto che sia destinato a scomparire sotto le ondate di Microsoft da un lato e di altri linguaggi nati in ambiente puramente open source dall’altro) ma non è mai stato messo in condivisione completamente.
Tanto è vero che altre aziende come Ibm e la stessa Novell hanno potuto approfittare di una sorta di ritardo di reazione di Sun Microsystem per occupare spazi significativi nell’ambiente Open Source. Ultima Novell, appunto, ma non per questo messa in peggiori condizioni di altri arrivati ben prima
E adesso? Sun mira a conquistare spazio in azienda con il suo Java Dekstop, una distribuzione ibrida tra Linux e Java, dotata anche di tutti quegli strumento di produttività (segnatamente StarOffice) che devono proprio a Sun quel minimo di credibilità ed efficacia che hanno raggiunto contro l’avversario di sempre, Microsoft.
L’obiettivo non è più solo l’innovazione tecnologica di altissimo livello, come ad esempio l’interfaccia Looking Glass, un desktop sperimentale che verrà reso disponibile per tutti gli sviluppatori. No, adesso la chiave di volta è riconquistare parte di quello spazio che Sun merita ma non ha mai rivendicato in ambito open source. Per questo, a quanto pare, viene presa in considerazione l’ipotesi di mettere nel codice libero il Java Enterpise System, uno degli applicaiton server più importanti per l’azienda californiana.
Dopo di questo, con tutta probabilità , si comincerà a definire con maggiore chiarezza quelle che devono essere le politiche di Sun e la strategia per lo sviluppo dei suoi prodotti. Sempre che altri non si siano stabiliti così saldamente nell’ambito del mondo open source da lasciare Sun come “laboratorio di ricerca”, al di fuori delle grandi comunità di business in cui per esempio Ibm sta prosperando grazie al programma Eclipse.