Nel dibattito su System che sembra irrinunciabile all’interno della comunità Mac (è meglio l’OS “classico”, no: è meglio OSX), ironicamente uno dei cavalli di battaglia sia dell’una che dell’altra fazione è rappresentato dal Finder.
John Siracusa di ArsTechnica, uno dei siti più attenti all’evoluzione del funzionamento dei personal computer, da appassionato vecchio utente Mac ma anche da attento critico di OS X, spiega in unu lungo e dettagliato articolo cosa secondo lui non funziona nel nuovo Finder, cosa occorrerebbe reintrodurre del vecchio e quali potrebbero essere le innovazioni decisive per ottenere un “better Finder”.
La lettura, nonostante richieda una discreta dimestichezza con la lingua inglese e un minimo di background tecnico, è godibilissima e ricca di spunti di discussione.
In breve, Siracusa rivendica la giustezza della metafora della “Spatial orientation”, sovente messa in discussione a causa delle profonde modifiche avvenute ai computer dal momento della sua introduzione; per questo si augura non solo la reintroduzione di alcune caratteristiche del Finder “classico” e di qualche “vaporware” favoleggiato ai tempi di Copland, ma ipotizza anche l’avvento di una serie di possibilità rese disponibili dal ricorso ad un filesystem in grado di supportare i metadata.
Ecco dunque che, accanto allo “spatial Finder”, può coesistere un file management “non spatial”, composto da cartelle che eseguono “live search” (e chi ha provato BeOS sa di cosa si parla), di un file browser completamente nuovo, di uno shelf più utile, di plug-in per il Finder.
Al termine, Siracusa fornisce anche qualche mock-up per semplificare la comprensione delle sue idee.
Come intuibile, si tratta di una lettura raccomandatissima a tutti gli appassionati Apple, siano essi amanti dei system classici o di OSX.
[A cura di Marco Centofanti]