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Dietro l’oscar dei Coen tanta tecnologia Apple

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C’è molta tecnologia Apple dietro gli Oscar dei Coen. I due fratelli trionfatori della notte degli Academy Awards con “No Country for Old Man” (in Italiano: “Non è un paese per vecchi”) devono infatti dire grazie alle tecnologie della Mela se hanno abbandonato la moviola e il taglia e incolla della pellicola per entrare nell’era digitale, arrivando a compilare grazie ad essa quel capolavoro che è loro ultimo film.

Di come sono stati usati Mac e software della Mela si occupa un interessante articolo pubblicato da Videography. La pagina web specializzata proprio in cinematografia sotto il profilo tecnico, spiega, ad esempio, che Joel ed Ethan non sono dei grandi esperti informatici, ma sono stati gradualmente conquistati dalla semplicità  con cui sono potuti passare dal metodo tradizionale a Final Cut Pro.
“Abbiamo dovuto letteralmente fermare le persone che ci stavano introducendo all’argomento – dicono i due fratelli parlando dei tempi di “Prima ti sposo e poi ti rovino”, il loro film in digitale – sottolineando che non sapevamo nulla in materia.

Persino usare il mouse era una cosa di cui non avevamo idea “. In quel momento di Coen lavoravano con due G5 connessi via Ethernet e con due Final Cut Pro; Ethan sceglieva le scene, Joel faceva il montaggio finale. Quando qualche cosa era pronto per la lavorazione finale, Ethan suonava una campanella richiamando l’attenzione del fratello che sapeva di dover entrare in azione.

Ora la situazione si è evoluta, sia dal punto di vista della dotazione tecnica che logistica. Per No Country for Old Man, i Coen hanno usato due computer conessi ad un Xserve a sua volta collegato ad un Xsan. La pellicola è stata girata in alta definizione e trasferita su dischi Firewire e da qui al sistema Xsan. Il filmato finale era in formato DVCPRO QuickTime.

I due cineasti continuano a seguire da vicino la tecnologia Apple; il loro prossimo film, a cui stanno già  lavorando, Burn After Reading, viene girato in 35 millimetri, trasferito in digitale in HD e compresso in Apple ProRes 4:2:2. Nelle loro mani, a riprova di un privilegio concesso a pochi, anche una versione beta di FinalCut Pro Server.

Apple, in virtù di questa vicinanza, ha ricevuto anche qualche richiesta originale, “da artisti”; tra queste quella di una certa imprevedibilità  nell’uso dei sistemi: “rimpiangiamo un po’ – spiegano i Cohen – quei tempi in cui buttavi via un paio di fotogrammi e poi li andavi a recuperare all’ultimo momento nel cestino. Ci manca questa cosa.
Ci piacerebbe vedere una funzione del genere nel software e stiamo parlando con Apple per aggiungere una dose di casualità  nell’applicazione per rendere il lavoro più simile ai tempi andati. Fortunatamente, per gli altri, pensiamo, ci hanno detto semplicemente e cortesemente, che non si può fare”

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