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Il primo milione di iPhone secondo Goldman Sachs

Stati Uniti primi, Hong Kong ultima. Ecco testa e coda di una classifica compilata dalla prestigiosa Goldman Sachs grazie alla quale si dovrebbero apprendere i paesi virtuosi e quelli meno nell’€™accogliere iPhone. La graduatoria farebbe riferimento ai primi tre giorni di commercializzazione, ovvero venerdì 11 luglio, sabato 12 luglio e domenica 13 luglio. I giorni del boom e delle code, i giorni del grande assalto e del primo milione di iPhone. Capire dove sono andati gli iPhone sarebbe sicuramente interessante, peccato che la graduatoria, almeno così come essa viene esposta da Medialets, una società  specializzata in pubblicità  su dispositivi mobili, lasci più di qualche perplessità .

A balzare all’€™occhio in primo luogo, ad esempio, il fatto che ben l’€™81% dei telefoni sarebbe finito negli Usa, Giappone, Germania e Francia. Al di là  del fatto che si dovrebbe spiegare come sia stato possibile fare in data 21 luglio (giorno dell’€™elaborazione della statistica) una stima delle vendite in Francia dove iPhone è stato messo in vendita dal 18 luglio, se davvero le cose fossero andate così si potrebbe parlare di politica fallimentare da parte di Apple nella diffusione del telefono su scala globale. Soprattutto Apple dovrebbe avere sbagliato più di qualche cosa vista la posizione di classifica dell’€™Italia, uno dei paesi “top” nel mondo in quanto a telefonia cellulare, collocata appena al 13 posto con 8000 miseri iPhone venduti. Una cifra davvero pessima anche se riferita a due soli giorni per quanto riguarda il nostro paese (la domenica praticamente tutti negozi in Italia sono chiusi).

Da parte nostra, avendo una certa conoscenza sia dell’€™afflusso di persone nei negozi nel corso delle notte bianca, che nelle due giornate successive e sul numero di iPhone assegnati a ciascun negozio, tendiamo ad dare maggior affidamento a cifre riportate da altri analisti che collocano le vendite nel nostro paese nell’€™ordine delle decine di migliaia.

La logica stessa, al di là  delle stime, dice che sarebbe davvero sorprendente se nazioni come la l’€™Austria, la Svezia o l’€™Olanda fossero riuscite ad assorbire più telefoni di quanti non ne abbiano comprati gli Italiani. Basti pensare che Sonera in Finlandia, una altro dei paesi dove secondo Goldman Sachs sarebbe stato venduti più iPhone che in Italia, ha 2,5 milioni di linee attive; Vodafone e Tim in Italia circa 60 milioni. Qualunque risultato che fissa a meno di dieci volte le vendite di iPhone in Italia rispetto al paese nordico dovrebbe essere classificato come una delusione; avere venduto mille telefoni meno di quanti non ne siano stati venduti in Finlandia dovrebbe avere indotto Apple a stracciare già  nel corso della giornata di lunedì il contratto che la legava a Vodafone e Tim.

E che ci sia qualche cosa che non gira nella classifica lo si coglie anche da altri dettagli non trascurabili. Nessun operatore italiano, ad esempio, avrebbe venduto più di 2000 telefoni, il che è evidentemente impossibile visto che gli operatori sono due e che in Italia ne sarebbero stati venduti, secondo le tabelle, 8000. A meno che non si voglia pensare che Tim ha venduto meno di 2000 telefoni e gli altri 6000 sono inglobati nei 18mila genericamente attribuiti a Vodafone. Ma pensare il 44% degli iPhone venduti da Vodafone in tutto il mondo siano finiti in Italia è pura follia.

Resta infine da chiedersi come sia possibile che iPhone rappresenti in Italia lo 0,38% della base di contratti in postpagato e che questa sia la percentuale, più o meno, del resto di tutti gli altri paesi. Anche ammesso che in nazioni come Spagna, Olanda, Svezia e Austria, solo per fare qualche nome, ci sia un maggior abitudine a stilare contratti invece che a firmare ricaricabili, lo 0,38% di iPhone dovrebbe rappresentare una cifra significativamente più grande di quella di paesi che hanno un numero di linee di 10 volte inferiore a quello dell’€™Italia. Per non dire poi del fatto che in Italia la stragrande maggioranza degli iPhone è stata venduta senza contratto, il che dovrebbe contribuire a gonfiare ancora di più le cifre in rapporto ad altri paesi.

A conti fatti, dunque, la nostra opinione è che sia meglio prendere con le molle sia la classifica di Goldman Sachs che le considerazioni svolte su di essa da Medialets, in attesa di informazioni più precise e più in linea con quanto, anche a livello superficiale, si percepisce nell’€™aria.

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