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Microsoft: “Stop agli spot con Seinfeld era previsto”

Microsoft non ha abbandonato gli spot con Seinfeld e Gates perché non graditi al pubblico, ma perché così era previsto dai piani originali. La smentita alle voci di una ‘€œfuga dalla coppia’€ che per due puntate aveva costituito uno degli elementi di dibattito (spesso in negativo) di Internet degli ultimi giorni, viene da un portavoce di Microsoft, Frank X. Shaw.

‘€œIl piano iniziale era di fare due spot – ha detto Shaw ad alcuni media -; non ci saranno altri episodi della serie, questo al contrario di quanto era stato scritto da più fonti’€. Shaw punta al finale del secondo spot per trovare un indizio dove si legge ‘€œPerpetually connecting’€ seguito da ‘€œPC’€. Proprio un PC, ispirato a John Hodgman che recita questo ruolo nelle pubblicità  di Apple, sarà  il protagonista della seconda serie che è partita nella notte negli Stati Uniti. Se questa giustificazione sembrasse un po’€™ debole, basterebbe sapere, dice ancora Shaw, che l’€™interruzione degli spot avviene in un clima molto favorevole, dove un terzo dei telespettatori avrebbe trovato le pubblicità  con Gates e Seinfeld gradevoli. L’€™indagine, è bene precisarlo, è stata svolta da una società  di ricerche di mercato su commissione di Microsoft. Infine, dice ancora Redmond, sarebbe bastato leggere i comunicati, là  dove si diceva che molto presto la campagna avrebbe virato verso il brand Windows, per convincersi che tutto era pianificato.

L’€™insistenza con cui Microsoft sostiene la sua tesi non sembra avere convinto molti osservatori. La maggior parte continua infatti a credere che in programma c’€™erano altri spot con Seinfeld e Gates e a citare fonti informate sui fatti secondo le quali le pubblicità  sono state messe in archivio prima della messa in onda per gli effetti non propriamente entusiasmanti prodotti dall’€™apparizione sul video dei primi due episodi. D’€™altra pare se fosse verificata la cifra di 10 milioni di dollari pagata al comico americano per la sua partecipazione alle pubblicità , si sarebbe di fronte ad una specie di record: 6 minuti di promozione TV pagati alla cifra di 1,6 milioni di dollari al minuto, troppi anche per la capaci tasche di Microsoft visto il personaggio, popolare sicuramente ma che non vale un cachet da star da blockbuster di Hollywood.

Ricordiamo che i primi due spot erano piaciuti a pochissima gente: osservatori, analisti, pubblicitari e gente comune li avevano giudicati poco immediati e anche poco divertenti e non capaci di suscitare emozioni né di andare al cuore del problema: la riqualificazione dell’€™immagine di Windows. A questo dovrebbero pensare nuovi spot di cui abbiamo parlato ieri mattina al centro dei quali ci dovrebbe un attacco trasversale alla campagna Mac vs PC.

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