Settanta server che contengono 30 Terabyte di canzoni, centinaia di migliaia di brani. La federazione internazionale dei fonografici (IFPI) ha lanciato duemila cause legali. Colpendo centinaia di soggetti e praticamente tutte le tecnologie presenti sulla piazza.
Il bollettino di guerra della nuova ondata di “controllo” delle attività illegali della rete segna infatti una lista degna di una ricerca universitaria sulle migliori evoluzioni tecnologiche dal basso degli ultimi anni: FastTrack (Kazaa), Gnutella (BearShare), eDonkey, DirectConnect, BitTorrent, Limewire, WinMX, E SoulSeek. Anche altri, ma pure questi bastano…
Le cause riguardano “non scaricatoli occasionali ma spacciatori digitali seriali”. E sicuramente lo sforzo in questa fase storica è tornato quello che vuole colpire le centrali del download, siano essi ragazzini brufolosi od oscuri malfattori annidati in qualche sottoscala. Basta cause a pioggia, con vecchiette e pollicini coinvolti. Basta sparare nel mucchio, rischiando l’incriminazione di gente che ha scaricato quattro Mp3 in un anno.
No, adesso si mira ad altezza uomo, nel senso che si spara verso quelli che stanno nel mezzo, che fanno da volano, da cinghia tra chi scarica qualcosa e la rete oscura che si cela dietro protezioni invalicabili. I risultati? Vedremo più avanti, tra qualche tempo, se ci sono oppure se i discografici dovranno cambiare ulteriormente strategia, stante la continua emorragia delle vendite che forse, solo forse, è collegata a un fenomeno più ampio che non al solo download…