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Nuovo campus Apple: i costi raddoppiano e i tempi si allungano

Il 25% in più del World Trade Center, tre volte quel che cosa al metro quadro un ufficio di elevato livello. Questo quanto si può dedurre dai dati che emergono, nel più rigoroso anonimato, sui costi della nuova sede Apple di Cupertino. L’argomento è affrontato in un articolato servizio di Bloomberg che fonda le sue informazioni sulle testimonianze di varie persone che parlano nel più rigoroso anonimato.

Il campus, il cui progetto definitivo era stato presentato da Jobs nell’ultima apparizione pubblica prima della sua morte, è un cantiere molto complesso e ambizioso come pochi altri tra quelli in corso negli USA. Inizialmente doveva costare 3 miliardi di dollari, ma il costante affinamento e la sofisticazione dal punto di vista progettuale avrebbero portato il costo alla stratosferica cifra di 5 miliardi; per comprendere la portata della spesa prevista, il nuovo World Trade Center di New York costerà 3,9 miliardi di dollari e un ufficio di alto livello tra quelli che le aziende scelgono per rappresentanza, tocca i 15.000 dollari circa per metro quadro; la sede Apple costa 45.000 dollari al metro quadrato.

Proprio tale stratosferico aumento dei costi, dovuto in parte all’aumento della capacità dello stabile che doveva inizialmente ospitare 6000 persone e ora dimensionato per 12/13mila dipendenti, è all’origine del ritardo di oltre un anno che affligge il progetto. Apple avrebbe infatti chiesto a Foster+ Partners che ha redatto i disegni, di ridurre di almeno un miliardo di dollari i costi, ma per la complessità e la vastità è tale da richiedere tempi ancora molto lunghi. Secondo alcuni appaltatori la sola preparazione del terreno richiederebbe 24 ore al giorno di lavoro per sei mesi per aprire il cantiere.

Problemi starebbero derivando anche dalle tecnologie avanzate che Apple vuole applicare. Tra di esse: sistemi di risparmio energetico che aprono e chiudono porte e finestre per far passare la giusta quantità di aria e luce, ventole a lenta rotazione grandi come pale di un motore d’aereo per il ricambio dell’aria. Internamente i progettisti avrebbero previsto l’uso di legno di particolari aceri; i vetri ricurvi (6 chilometri quadrati) che rivestono l’esterno sarebbero uniti con acciaio speciale in arrivo dalla Germania. Nessuno al mondo, dice Peter Barbour (uno degli architetti di Seele, l’azienda che fornisce i pannelli) ha mai tentato di mettere insieme lastre di queste dimensioni «certamente non ha mai neppure lontanamente provato con lastre ricurve di queste proporzioni». Seele ha dovuto costruire macchine appositamente per questo scopo perché i vetri sono curvati a freddo per evitare l’offuscamento o un effetto specchio che si avrebbe con una curvatura a caldo. Il processo è possibile solo alla fabbrica di Gersthofen, quindi ogni pannello sarà spedito negli USA.

Verranno mandati sul posto, dice Bloomberg, anche moduli da 8 metri di lunghezza, prefabbricati che servono alla creazione vera e propria della sede. Questi moduli saranno costruiti in impianti che si stanno innalzando appositamente a questo scopo. Il processo di montaggio si annuncia molto complesso giacché Jobs aveva preteso che tra i vari moduli ci fosse una distanza inferiore al decimo di millimetro, invece che di 3 millimetri come di prassi nell’edilizia americana. I pavimenti dovrebbero essere realizzati in una malta mista a roccia invece che in cemento; in più non ci saranno casseforme realizzate al piano da riempire, perché questo correrebbe il rischio di lasciare una sorta di antiestetico binario, per questo i pavimenti saranno realizzati al livello terra e poi innalzati.

Che però tutto questo possa essere realmente essere realizzato in questi termini e con queste caratteristiche, resta dubbio. Apple non ha solo ha necessità di ridurre i costi, ma ha anche problemi di carattere logistico. Nella Silicon Valley è in corso un boom edilizio e mancano le risorse in termini di operai e aziende per una struttura di queste proporzioni. Apple però insiste nell’offrire prezzi più bassi di quelli della media al punto che qualcuno comincia a chiedersi se Cupertino non pretenda che una parte del guadagno sia in gloria per avere contribuito a un edificio tanto ricercato.

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