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Vista non piace ai Big: Intel e Dell devono ancora installarlo

Anche gli utenti meno interessati a Windows Vista sono praticamente costretti ad adottarlo quando acquistano un nuovo PC o un portatile in cui è pre-installato l’ultimo nato di casa Microsoft. Ancora, i comuni mortali che osservano dall’esterno il mondo della tecnologia, spesso sono portati a credere che i colossi dell’IT siano i primi a provare e lavorare quotidianamente con le ultime novità  in fatto di hardware e software, anche prima che queste diventino disponibili sul mercato. Stiamo ovviamente parlando di Vista, quel “sistema operativo – ci ha fatto sapere in tutte le salse sapere – che non si può non avere”

Fa così uno strano effetto scoprire che Intel, la multinazionale che realizza i processori integrati in buona parte dei computer in circolazione, non ha ancora installato Windows Vista nei computer dei propri dipendenti. Che si tratti di un caso isolato o di un’eccezione sembra un’ipotesi da scartare visto che stiamo parlando di Intel. Il discorso si complica ulteriormente quando poi si scopre che anche il colosso dei produttori di PC, l’americana Dell, ha optato per una strategia praticamente identica a quella di Santa Clara.

La notizia è apparsa sul sito CNET e dopo lo spiazzamento iniziale, sorge nella nostra mente una domanda: perché?
Perché Intel e Dell con le proprie schiere di ingegneri, esperti e personale ultra specializzato aspettano a installare Vista, mentre questo è il sistema operativo che da mesi è proposto al grande pubblico che ha deciso di aggiornare il proprio PC? Forse che il singolo utente privato rappresenta per Microsoft l’utente tipo ideale?

La risposta ha una sua logica ma allo stesso tempo apre altri quesiti inquietanti.

Martin Mueller, direttore Intel Europe, afferma che il passaggio a Vista comincerà  solo nella seconda metà  del 2007, quando la prossima generazione di Centrino, nome in codice Santa Rosa, sarà  disponibile in quantità .
Lo stesso Mueller spiega: “Abbiamo considerato Santa Rosa e Vista come due prodotti sviluppati praticamente in contemporanea, questo ci ha portati a essere un poco lenti nell’adozione (di Vista nei computer dei dipendenti Intel) negli ultimi mesi.”

Martin Mueller afferma inoltre che il primo Service Pack di Vista sarà  strettamente legato alla piattaforma Centrino Pro, un dettaglio importante considerando che oltre l’80 per cento dei dipendenti Intel utilizza computer portatili. Il direttore Intel per l’Europa non lo ha ammesso direttamente, ma ha comunque lasciato intendere che l’adozione di Vista sarebbe comunque stata posticipata per permettere di verificare che tutti i programmi utilizzati internamente funzionassero con Vista.

Leggendo queste affermazioni e apprendendo le scelte di Intel riguardo il passaggio a Vista, emerge il sospetto che gli utenti “comuni”, le persone che si sono recate nei negozi per comprare un nuovo computer, alla fine si siano trovate a svolgere il ruolo di Beta Tester per conto di Microsoft. Certo stiamo parlando di quelli che gli esperti di marketing definiscono “early adopters”, cioè gli utenti disposti a spendere cifre importanti pur di mettere le mani su qualsiasi novità  tecnologica. Queste persone scelgono personalmente di acquistare per avere l’ultimo grido in fatto di tecnologia, ma la situazione è diversa per il malcapitato a cui si è semplicemente fulminato il PC. In questi casi le incompatibilità  con le vecchie periferiche e anche con i software utilizzati per il lavoro e il tempo libero sono dettagli che Microsoft ha deciso di lasciare e risolvere agli utenti stessi. Questa purtroppo sembra la morale che emerge dalla storia.

Per chiudere l’intervista con ZDNet sdrammatizzando, il direttore Intel Martin Mueller ammette che i dipendenti Intel fungono spesso come beta tester per i nuovi prodotti sviluppati internamente dalla società , ciò nonostante in molti casi la stessa Intel risulta in ritardo rispetto ad altre compagnie nell’adottare le ultime novità  tecnologiche di terzi. Tutto questo perché le scelte hardware e software vengono prese in base alla razionalità  che domina all’interno delle grandi aziende e delle multinazionali. Questa affermazione è senz’altro vera: chi ha dimestichezza con il funzionamento interno delle grandi aziende, sa che la sostituzione di decine, centinaia e a volte migliaia di PC determina costi e scelte che devono essere ben ponderati prima di compiere un salto importante come quello del cambio di sistema operativo. Ciò nonostante, alla fine di questa curiosa notizia, rimane un poco di amaro in bocca per la sorte, le spese e le disavventure a cui un numero che non sarà  mai precisato di utenti-beta tester è stato sacrificato da Microsoft.
Forse in casi come questi è più comprensibile e più corretto un posticipo della data di presentazione.

[A cura di L. M. Grandi]

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