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Altroconsumo: troppe barriere per la musica on line

Troppe barriere per chi vuole acquistare musica da Internet. Questo il parere espresso da Altroconsumo. L’€™associazione indipendente di consumatori si esprime dopo avere analizzato 11 negozi che vendono musica attraverso Internet ed avere verificato che ‘€œle protezioni tecnologiche ostacolano la libera fruizione della musica da parte del consumatore’€

‘€œDall’inchiesta ‘€“ si legge nel comunicato – risulta che le barriere artificiali imposte dai siti per limitare i fenomeni di pirateria impongono di avere determinati sistemi operativi, browser e programmi anche solo per poter accedere ai siti o leggere i file. In altri casi invece le limitazioni sono nel numero massimo di copie oltre le quali non è possibile masterizzare il brano oppure nel numero massimo di computer su cui è possibile ascoltarlo. Se invece si riesce senza inconvenienti a scaricare il brano desiderato, i problemi possono nascere nel momento dell’ascolto con un lettore portatile poiché le canzoni sono vendute in un formato protetto che molti lettori non sono in grado di leggere’€

Secondo Altroconsumo esiste anche una sorta di cartello che livella i prezzi, senza lasciare spazio alla concorrenza. ‘€œSu questo fronte dei ‘€“ dice un comunicato – non ci sono differenze, gli operatori infatti sembrano essersi accordati, rappresenta un’eccezione il sito russo AllofMp3 che pratica i prezzi più bassi rispetto ad altri (5-6 centesimi di euro a brano). Abbiamo denunciato questi comportamenti anticoncorrenziali all’Antitrust italiana e alla Commisisone europea – osserva Paolo Martinello, presidente dell’associazione – Lo sviluppo delle nuove tecnologie deve rappresentare l’occasione per trovare canali distributivi innovativi, in grado di abbattere i costi di distribuzione. Le case discografiche invece stanno ricreando online un accordo sui prezzi, uguale a quello della distribuzione tradizionale”.

Secondo Altroconsumo, la progressiva implementazione del Digital Rights Management (DRM) – gestione dei diritti d’autore digitali – dovrà  portare con sé una necessaria revisione del sistema dell'”equo compenso” in quanto l’impossibilità  per il consumatore medio di effettuare una copia privata in presenza di protezioni tecnologiche rende ancora di più inaccettabile la tendenza a moltiplicare le ipotesi di compenso sui vari supporti e ad accrescerne spropositatamente l’importo.

Altroconsumo già  in passato si è schierato contro il decreto Urbani che, per proteggere i rendimenti delle case discografiche, ha inasprito le sanzioni contro chi scarica file audiovisivi dalla rete per uso personale senza pagare i diritti.

“La preoccupazione di combattere la pirateria è legittima e condivisibile” – osserva Paolo Martinello – “ma l’incapacità  di fronteggiarla in modo efficace non deve ricadere sul consumatore. Dalle Istituzioni non ci aspettiamo un appiattimento sulle posizioni delle case discografiche, aggrappate alla loro posizione di rendita, ma che sia finalmente individuata con precisione la linea di demarcazione tra il fenomeno della diffusione abusiva di contenuti attraverso Internet e il diritto dei consumatori alla copia privata”.

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