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Apple, licenziato lobbista perché anti-gay

Apple licenzia chi disapprova l’omosessualità? Sarebbe stato questo il caso di Jay Love, un lobbista reclutato in Alabama, perché – si legge su BuzzFeed – in passato aveva sostenuto iniziative di contrasto ai matrimoni tra persone dello stesso sesso e chiesto, in qualità di deputato dello stato americano (è stato anche portavoce della Camera dell’Alabama) di conferire una menzione d’onore a Carrie Prejant, una miss californiana che aveva partecipato al concorso nazionale di bellezza, lasciandosi andare a dichiarazioni contro il matrimonio dello stesso sesso.

Apple, lo ricordiamo, è storicamente una azienda molto “liberal”, divenuta ora ancora più esplicitamente favorevole ai diritti degli omosessuali anche per il fatto che il suo CEO, Tim Cook, è dichiaratamente omossessuale. Tra le iniziative più recenti c’è stata la partecipazione di Apple all’LGBT Pride Parade di San Francisco nel mese di giugno, manifestazione durante la quale ha regalato download gratuiti di brani a tutti i partecipanti. E’ importante ricordare anche la considerevole donazione di Cook alla campagna Project One America, iniziativa per l’uguaglianza sociale di LGBT in Alabama, Mississippi e Arkansas: una chiara espressione di sostegno verso i diritti civili e di unione alla lotta contro le discriminazioni sociali.

Se si riscontrasse che davvero Apple ha licenziato Love perchè contrario ai diritti degli omosessuali si aprirebbe però una questione spinosa e che riguarda la libertà di pensiero. Sarebbe difficile giustificare un’azione tanto radicale solo perchè l’ex lobbista Apple non condivide, ad esempio, la posizione di chi è a favore dei matrimoni gay o l’adozione da parte di copie omosessuali. Apple in questo caso, pur nel diritto di assumere, specie a contratto come i lobbisti, chi vuole, avrebbe essa stessa ristretto la libertà di pensiero e attuato una discriminazione. A meno che Love sia andato oltre i limiti, lasciandosi andare ad atteggiamenti discriminatori e che incitano all’odio contro la comunità LGBT, o, peggio, avesse partecipato ad atti violenti, nel qual caso potrebbe riscontrarsi la necessità di un licenziamento.

Resterebbe poi da chiedersi come sia stato possibile che Apple abbia reclutato un lobbista repubblicano, ben noto nelle sue posizioni visto che è stato anche deputato e quindi uomo pubblico, per giunta dell’Alabama, che è lo stato di Tim Cook, per fare i suoi interessi quando è stata impostata una politica aziendale totalmente contraria a quella di Love.

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