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Apple non paga (per ora) la multa UE, ma la Vestager non si preoccupa

Come previsto, Apple non ha rispettato la scadenza per il pagamento della maxi-multa comminata dalla UE (13 miliardi di euro) per le imposte arretrate ma le autorità europee affermano di avere preso atto di ulteriori progressi fatti dalla Casa di Cupertino per conformarsi a quanto richiesto.

La scadenza era da rispettare per il 3 gennaio ma Margarethe Vestager, la commissaria che ha preso di mira non solo Apple ma anche Google, Fiat, Starbucks, McDonald, Amazon e la russa Gazprom, è convinta che alla fine la Mela capitolerà. “Il recupero non è ancora completato” ha dichiarato alla CNBC, “ma stiamo lavorando con le autorità irlandesi e constatiamo che stanno proseguendo per riscuotere le imposte non corrisposte. È una faccenda delicata perché si tratta di una grande somma e naturalmente bisogna capire come agire” ha spiegato la Vestager; “non è come un conto di garanzia come in altri casi dove possono esserci 25 o 30 milioni di euro e pertanto potrebbe essere necessario un po’ più di tempo”.

Il Ministero delle Finanze irlandese suggerisce che si stanno compiendo avanzamenti con la piena collaborazione dell’azienda e della Commissione europea. “La Commissione è soddisfatta con i progressi che stiamo facendo” ha detto il Ministro. “Siamo impegnati a conformarci alla decisione della Commissione e siamo fermamente intenzionati a farlo”.

La “stangata” per Apple è arrivata ad agosto dello scorso anno. La Commissione Ue, lo ricordiamo, considera illeciti i vantaggi fiscali accordati dall”Irlanda ad Apple, abbassando l’aliquota reale pagata nel Paese, dove la multinazionale veicola tutti i redditi generati in Europa, sotto lo 0,5% e assicurandole così un trattamento privilegiato. In una lettera alla comunità europea il CEO della Mela aveva scritto che “Apple non ha mai chiesto né ha mai ricevuto alcun accordo speciale” da parte di Dublino, spiegando che “in Irlanda e in ogni Paese in cui operiamo, Apple rispetta la legge e paghiamo tutte le imposte dovute”.

A dicembre il governo irlandese anticipando le linee guida del ricorso alla Corte di Giustizia Ue per la restituzione di 13 miliardi di tasse non pagate chieste da Bruxelles ad Apple, aveva parlato di “Interferenza nella sovranità nazionale” e una “comprensione sbagliata di come funziona la tassazione delle multinazionali”.

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