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Disinformazione da coronavirus, Facebook rimuove 7 milioni di post

Le bufale girano sempre, ma durante il momento di crisi sanitaria mondiale più profonda ne sono girate parecchie. Sette milioni, stando ai numeri dichiarati da Facebook, sono le fake news sul coronavirus che il social network ha rimosso dalle proprie pagine tra aprile e giugno, quindi durante la fase in cui a pagarne di più le spese erano gli Stati Uniti mentre altri come il nostro si avviavano verso la fase due che avrebbe poi portato ad una lenta e graduale ripresa delle attività.

Possono sembrare pochi o molti, dipende da che punto si guarda al fatto: sono 2,3 miliardi gli utenti che bazzicano tra le pagine di Facebook (dato di luglio 2018, ndr) che hanno potenzialmente letto una o più di queste bufale. Per altro nello stesso periodo altri 98 milioni di post sono stati segnalati dal fact-checker perché ritenuti potenzialmente falsi, anche se poi non sono stati rimossi in maniera permanente.

La società ha pubblicato queste statistiche insieme al rapporto sull’applicazione delle norme comunitarie, nelle quali viene descritto in maniera dettagliata come vengono rimossi i contenuti sul social network. Generalmente Facebook non include dati di questo genere ma di recente ha imposto un regolamento più severo proprio perché i post sul coronavirus possono rappresentare “un danno imminente”.

Disinformazione da coronavirus, Facebook rimuove 7 milioni di post

Le fake news che vanno per la maggiore sono quelle che annunciano cure o trattamenti che funzionano con il COVID-19, creando una disinformazione ritenuta altamente pericolosa dalle organizzazioni sanitarie. Nonostante la società di Zuckerberg si sia data da fare per diffondere annunci suggerendo agli iscritti di ritenere attendibili soltanto le notizie diffuse dall’OMS e dalle altre organizzazioni mondiali, la disinformazione sulla pandemia ha dilagato non solo su Facebook ma anche su Instagram e Whatsapp, le altre due piattaforme che fanno capo alla stessa azienda.

Per dire: a maggio un video in cui si affermava che le mascherine fanno ammalare le persone e che il coronavirus è stato creato in laboratorio, è diventato rapidamente virale collezionando “milioni” di visualizzazioni prima che Facebook lo rimuovesse. La stessa cosa si è ripetuta il mese scorso quando un altro video millantava straordinari poteri curativi del farmaco antimalarico, l’idrossiclorochina, contro il COVID-19. Una fake news che ha raccolto oltre 20 milioni di visualizzazioni in un solo giorno, prima che Facebook si adoperasse per rimuoverlo. Peccato che una copia dello stesso filmato ha continuato a circolare su Facebook e Instagram per giorni anche dopo la sua prima rimozione.

Giusto la scorsa settimana, Facebook ha rimosso un post in cui il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, affermava che i bambini sono “quasi immuni” al coronavirus: anche in quel caso il video è rimasto online per diverse ore e, data la popolarità dell’account, è stato visto diverse milioni di volte prima di sparire dalle pagine del social network.

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