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Google restistuisce quasi un miliardo di euro al fisco francese

Dopo indagini durate quattro anni, Google ha accettato di pagare quasi 1 miliardo di euro (per la precisione 965 milioni di euro) al fisco francese per chiudere un’inchiesta penale su una presunta frode fiscale e il pagamento di tasse arretrate.

Secondo le autorità d’Oltralpe, la controllata irlandese di Google non aveva remunerato adeguatamente la sua consociata in Francia, riducendo l’imponibile fiscale a Parigi tra il 2011 e il 2016.

Da sempre i rapporti tra Big G e l’Unione Europea sono stati controversi. Google paga pochissime tasse in molte nazioni europee nonostante eserciti la sua attività sul continente, con il meccanismo noto come Double Irish, grazie a una sede in Irlanda e stratagemmi che permettono, ad esempio, di sfruttare triangolazioni con paradisi fiscali dove agli utili d’impresa viene applicata un’aliquota molto interessante: zero.

Ad esempio già nel 2014 Google con un ufficio di Dublino con circa 2.500 dipendenti fatturava la maggior parte delle entrate in Irlanda per poi pagarle come “royalties” a una società separata, con sede a Bermuda, tutto ovviamente ai fini fiscali. Così anche per Apple, Facebook, Twitter e molte altre società che hanno scelto l’Irlanda non certo casualmente per le loro sedi EU. A partire dal 2020 il meccanismo dovrebbe risultare impossibile ma nel frattempo le casse degli stati europei sono state private di miliardi e miliardi di entrate fiscali.

I francesi hanno da tempo dichiarato guerra ai big dell’IT e del web introducendo dall’1 gennaio di quest’anno una web tax con un’aliquota del 3% ai giganti tecnologici con un fatturato globale superiore ai 750 milioni di euro.

Reuters evidenzia che l’accordo potrebbe creare un precedente legale per altre aziende tecnologiche presenti nel paese. Per Antonin Levy, uno dei legali rappresentanti del gruppo di Mountain View, “l’accordo permette di chiudere in modo definitivo le dispute passate”.

La sanzione complessiva è importante ma la somma è inferiore alla cifra chiesta nel 2016 (1,6 miliardi di euro).

Big G ha dichiarato che la migliore prospettiva possibile sono regole chiare e condivise tra tutti gli stati europei. “Siamo convinti che una riforma coordinata del sistema di tassazione internazionale costituisca il modo migliore per fornire un chiaro impianto normativo alle aziende che operano a livello mondiale”.

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