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Il fondatore di Foxconn ritira la candidatura alla presidenza di Taiwan

Terry Gou, il fondatore di Foxconn (l’azienda che, tra le altre cose, assembla gli iPhone e gli iPad), ha deciso di ritirare la candidatura da indipendente alla presidenza di Taiwan, annunciata a settembre, e per la quale aveva ottenuto anche l’appoggio dell’attrice, cantante e produttrice Tammy Lai Pei-hsia (candidata alla vice presidenza) che nella serie di Netflix Wave Makers interpreta una candidata alla presidenza.

Le elezioni si svolgeranno a gennaio 2024, e Gou aveva fatto capire di voler riallacciare i rapporti con Pechino, forte anche della sua conoscenza personale con il presidente cinese Xi Jinpin.

Nelle ultime settimane, la candidatura è stata turbata sia da accertamenti giudiziari sulla campagna elettorale (il sospetto è che siano state raccolte firme in cambio di denaro) ma anche da una recente indagine subita da Foxconn in Cina dopo che Gou aveva riferito che non si sarebbe piegato a minacce da parte di Pechino.

Presentando la sua candidatura come, indipendente, Gou aveva riferito la volontà di “evitare che Taiwan diventi una seconda Ucraina”. Il fondatore di Foxconn (che non ha più ruoli direttivi in azienda ma rimane il maggior azionista) è fortemente critico nei confronti del Partito Progressista Democratico (PPD) taiwanese, che si oppone alle ambizioni espansionistiche del vicino cinese.

L’imprenditore era appoggiato dal Kuomintantg, l’ex partito nazionalista di Chiang Kai-shek che da nemico acerrimo di Pechino è diventato quello che sembra un papabile partner per una futura riunificazione.

foxconn wisconsin

Foxconn è diventata la maggiore produttrice mondiale di componenti, ed è fonte di orgoglio per Taiwan. Il presidente dell’azienda, Young Liu, la scorsa settimana aveva dichiarato che si stava “preparando a tutte le eventualità” dopo la convalida della candidatura di Gou. La maggior parte delle fabbriche di Foxconn si trova in Cina continentale e dopo la candidatura dell’imprenditore taiwanese, le autorità cinesi hanno avviato un’indagine sulle pratiche fiscali dell’azienda, con ovvie preoccupazioni di aziende come Apple (per possibili rappresaglie) i cui dirigenti possono ora tirare un sospiro di sollievo.

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