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Il fondatore di TSMC dice che il mondo dei semiconduttori cinesi è cinque anni indietro

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In una rara uscita pubblica da quando è in pensione, Morris Chang, 89enne fondatore di TSMC – la più grande fabbrica indipendente di semiconduttori al mondo – ha riferito che la Cina non è al momento un competitor e che Taiwan deve difendere la sua leadership nel settore dei semiconduttori. “Negli ultimi 20 anni la Cina continentale ha erogato sovvenzioni corrispondenti a decine di miliardi di dollari ma è ancora cinque anni indietro rispetto a TSMC”, ha riferito Chang. “La sua capacità di progettare la logica dei chip è ancora due anni indietro rispetto agli USA e a Taiwan. La Cina continentale non è ancora un competitor”.

Chang ha anche lanciato una frecciatina a Intel, descrivendo la decisione di entrare nel settore dei chip a contratto (con TSMC che dovrebbe produrre per conto dell’azienda statunitense), una scelta “piuttosto ironica”, giacché più di trent’anni fa aveva rifiutato di investire in TSMC. I produttori di chip a contratto come TSMC lavorano per conto di aziende “fabless” come Qualcomm e Apple che progettano i loro prodotti ma esternalizzano la produzione. Chang ha riferito che Intel ha rifiutato di investire in Intel quando aveva cercato di avvicinarsi a loro nel 1985. “In passato, Intel è stata il maschio alfa che rideva di noi, pensando che non saremmo mai diventati grandi”. E ancora: “Non hanno mai pensato che le attività di esternalizzare la produzione dei wafer sarebbe diventata così importante oggi”.

Secondo Chang, gli USA hanno anche un ulteriore svantaggio rispetto a Taiwan per l’assenza di ingegneri che si occupano del settore manifatturiero dei processori, affermando che “il livello di dedizione degli USA alla fabbricazione non è assolutamente comparabile con quello di Taiwan”. E ancora: “Ciò di cui abbiamo bisogno ora sono capaci e zelanti ingegneri, tecnici e operatori, disposti a dedicarsi completamente alla manifattura. Negli Stati Uniti, occuparsi della pura fabbricazione non è qualcosa di popolare, e non lo è decenni”.

Morris Chang, Presidente di Taiwan Semiconductor Manufacturing. Foto: Shinya Sawai
Morris Chang, Presidente di Taiwan Semiconductor Manufacturing. Foto: Shinya Sawai

Nel 2017 Chang aveva dichiarato: “Potrebbero essere necessari molti anni prima che la Cina ottenga buoni risultati nel settore dei semiconduttori. Sostanziosi investimenti in mezzi o in ricerca e sviluppo non significa che la Cina sia in grado di produrre velocemente tecnologie per i chip”. E ancora: “Non è possibile fare affidamento solo su ingenti investimenti per stare al passo con le tecnologie più avanzate e ottenere riduzione dei costi”. “È fondamentale l’esperienza”, aveva continuato Chang, spiegando che i leader nel settore delle CPU in Corea del Sud, Taiwan e Stati Uniti avevano acquisito notevoli competenze che non avrebbero reso facile per la Cina “riuscire a stare al passo”.

Su vari versanti Intel non riesce a stare più al passo con TSMC: quest’ultima lavora da tempo sui 2nm, e si favoleggia persino di processi costruttivi a 0,3nm.

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