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Jack Dorsey donerà 1 milione di dollari l’anno all’app Signal

Jack Dorsey, il co-fondatore di Twitter (azienda che ha lasciato nel 2021), ha fatto sapere che offrirà 1 milione di dollari l’anno a Signal, l’app di messaggistica istantanea centralizzata che consente di effettuare chat e chiamate audio-video crittografate.

La donazione in questione è la prima di una serie che Dorsey intende fare a supporto dello “sviluppo aperto di internet”.

Lo riferisce TechCrunch riportando le parole di Dorsey, secondo il quale i social media “non dovrebbero essere proprietà di una singola azienda o gruppi di aziende” e il bisogno di “resilienza alle influenze delle aziende e dei governi”.

Dorsey ha scritto la sua opinione su Revue, un servizio di newsletter editoriali di proprietà di Twitter, e poi ha spostato il messaggio su Pastebin, visto che Revue verrà chiuso il prossimo anno.

L’imprenditore e filantropo statunitense mette in guardia gli utenti sullo stato dei social e relative prospettive, affermando che non si è arrivati a nessuno degli standard che sperava fossero raggiunti, e che le vessazioni alle quali sono costretti attualmente i dipendenti di un’azienda come Twitter sono poco lungimiranti e pericolose. È tempo di fare qualcosa, riferisce ancora Dorsey e per questo ha deciso di finanziare sforzi tesi allo “sviluppo di internet aperta”, partendo dal milione di dollari l’anno per Signal.

Dorsey mira alla creazione di qualcosa di simile a Twitter (un social denominato Bluesky), come sperava di fare nel 2020, qualcosa che farà con il supporto di un non meglio precisato investitore attivista.

“Ho pianificato la mia uscita in quel momento, sapendo di non essere più adatto per l’azienda”. I princìpi ai quali sperava di avere contribuito – la resilienza al controllo aziendale e governativo, i contenuti controllati dagli utenti senza eccezioni e la moderazione con gli algoritmi – sono tutti elementi non presenti nell’odierno Twitter, né in quello che era il social quando ha lasciato l’azienda.

Per quanto riguarda ciò che viene insinuato con i cosiddetti “Twitter Files” (una serie di thread condivisi da Elon Musk con documenti interni, e-mail e registri su alcune precedenti decisioni controverse dell’azienda) – scrive che tutti all’interno dell’azienda avrebbero agito “senza cattive intenzioni, secondi fini e in base alle migliori informazioni disponibili in quel momento”.

Dorsey riconosce che se l’azienda si fosse mossa più velocemente verso la completa trasparenza, non si sarebbero trovati nella situazione attuale. Prende di mira Elon Musk, indica come pericolosi gli attacchi contro gli ex dipendenti e aggiunge: “Se volete incolpare qualcuno rivolgetevi a me e alle mie azioni, o alla loro mancanza”.

Tornando al discorso del finanziamento, Dorsey – come accennato – sta lavorando a un social che si chiama Bluesky, studiato e progettato per risolvere una serie di problemi riscontrati in Twitter, ma ritiene che anche soluzioni alternative quali Mastodon e Matrix sono meritevoli di attenzione e supporto. L’idea è arrivare a un protocollo libero e aperto per i social media, che non sia di proprietà di una singola società o gruppo di società, qualcosa che dovrà diventare uno standard come l’HTTP e l’SMTP. Dopo Signal, arriveranno finanziamenti per altre realtà meritevoli e ha invitato gli utenti a suggerire progetti degni di nota.

A novembre Jack Dorsey ha fatto mea culpa per il caos nel quale è finita Twitter dopo l’acquisizione di Elon Musk: “La gente di Twitter, del passato e del presente, è forte e resiliente. Troveranno sempre un modo per risollevarsi, non importa quanto sia difficile il momento. Mi rendo conto che molti sono arrabbiati con me. Sono responsabile per tutto quello che sta succedendo, ho fatto crescere l’azienda troppo velocemente. Chiedo scusa per questo”.

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