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App in affitto, pubblicità in iTunes: in arrivo l’App Store 2.0

Philip Schiller, Senior Vice President di Worldwide Marketing di Apple, con una dichiarazione in anticipo rispetto alla Worldwide Developers Conference (WWDC) che si svolgerà dal 13 al 17 giugno a San Francisco, in un’intervista con The Verge ha fatto sapere che Apple modificherà il rodato schema di ripartizione dei guadagni sulle vendite delle app. È una delle componenti che porterà a cambiare il sistema di App Store tanto profondamente che lo stesso Schiller fa sapere che internamente si sta cominciando a parlare di App Store 2.0

Parlando di ripartizione dei profitti, il rodato meccanismo che prevede il 70% delle entrate allo sviluppatore e il 30% per Apple rimane ma gli sviluppatori potranno – se lo vorranno – proporre agli utenti abbonamenti per più di un anno, Apple tratterrà per sé in questo caso il 15%. La possibilità di vendere app in abbonamento sarà aperta a tutti gli sviluppatori anziché a pochi (questa possibilità era finora riservata alle app per la distribuzione di media (audio, video, news) e per tutte le categorie, inclusi i giochi che rappresentano la categorie più importante (quella che offre agli sviluppatori i guadagni maggiori).

Se il nuovo modello di app in abbonamento si diffonderà, rappresenterà un cambiamento fondamentale per la cosiddetta app-economy. Gli sviluppatori sono incentivati a vendere le app proponendo un pagamento ricorrente anziché una-tantum. Il meccanismo che propone Apple potrebbe cambiare la modalità con la quale gli utenti pagano le app e offre vari vantaggi agli sviluppatori, alcuni dei quali lamentano da tempo un indebolimento per l’assenza di alcune funzioni, come ad esempio la possibilità di offrire app aggiornate a prezzi inferiori rispetto alle versioni complete acquistate la prima volta (di questo, però, Schiller non ha parlato).

Con la disponibilità di oltre 1.5 milioni di app sull’App Store, tra le funzionalità per le quali sia gli utenti, sia gli sviluppatori chiedono miglioramenti riguarda le funzioni di ricerca. Schiller dice di essere consapevole del problema, che la ricerca migliorerà, e che in autunno tornerà anche il tab “Categorie” su iOS. Nella scheda “Primo piano” sull’App Store di iOS non saranno visualizzati riferimenti ad app già presenti nel dispositivo e, sfruttando il 3D Touch, sarà possibile visualizzare, condividere e consigliare app agli amici.

Apple vuole anche cominciare a mostrare annunci pubblicitari nella ricerca delle app sull’App Store, un’opportunità alla quale finora ha sempre rinunciato ma che secondo Schiller sarà gradita dagli sviluppatori.

Il dirigente di Apple fa sapere che il tempo medio per la revisione delle app prima della pubblicazione sull’App Store, è calato drasticamente; a suo dire il 50% delle app ora è approvato anche in 24 ore e il 90$ entro le 48 ore.

L’App Store (qui abbiamo raccontato la storia della sua nascita) è stato fondamentale per il successo dell’iPhone, trasformando, tra le altre cose, anche il business di Apple. A gennaio di quest’anno la Casa di Cupertino ha comunicato che l’App Store ha pagato agli sviluppatori quasi 40 miliardi di dollari, un servizio che continua a sostenere un’incredibile crescita occupazionale. Dal 2008 in tutto il mondo, l’App Store ha portato quasi 40 miliardi di dollari agli sviluppatori, con oltre un terzo generato solo nell’ultimo anno.

Cambiamenti nella modalità di interazione con Apple e con gli utenti, sono ben visti dai piccoli sviluppatori, alla ricerca di nuovi modi per monetizzare le loro creazioni, senza i budget enormi dei big del settore.

Qualche giorno addietro, in concomitanza dell’arrivo della conferenza per gli sviluppatori di Apple (WWDC), avevamo provato a ragionare sul futuro dell’App Store, ipotizzando cambiamenti che, almeno dal punto di vista formale, sono simili a quelli che avevamo immaginato.

 Phil Schiller

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