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Non chiamatelo chip, Qualcomm Snapdragon diventa una piattaforma

Nell’ottica di ampliare la propria offerta oltre al singolo chip, e specificare meglio tutte le funzionalità e i servizi disponibili per i produttori di dispositivi, Qualcomm cambierà presto modo di rivolgersi a “Snapdragon”, che a breve sarà indicata come “piattaforma”, e non più come solo processore. Inoltre, d’ora in poi, solo le piattaforme premium manterranno il brand Snapdragon, mentre i processori delle piattaforme della serie 200 rientreranno sotto il nuovo marchio Qualcomm Mobile.

Nel corso dei prossimi mesi Qualcomm Technologies inizierà l’opera di aggiornamento e riposizionamento del marchio Snapdragon, che ad oggi identifica soltanto il termine “processore”, così da indicare il componente che alimenta i dispositivi più avanzati, come smartphone e tablet. E’ una parola che Qualcomm Technologies ha abbracciato nel corso degli anni, ma ad oggi, spiega la società, rappresenta una terminologia inadeguata a ciò che Snapdragon è diventata: una vera e propria piattaforma, che va ben al di là di un singolo chip. Ad oggi, infatti, il marchio comprende dalla RF Front End, senza il quale il dispositivo mobile non sarebbe in grado di acquisire segnale, fare telefonate, o navigare in rete, al Qualcomm Quick Charge, al Qualcomm Aqstic DAC audio, al Wi-Fi ( 802.11ac e 11ad ), alle tecnologie di impronte digitali , ed altre ancora in grado di combinarsi a sostegno del SoC centrale.

Si comprende, dunque, come  la piattaforma mobile Snapdragon non possa essere più considerata come una CPU, ma deve invece essere catalogata come piattaforma. Peraltro, con il passare del tempo, solo le piattaforme mobili premium manterranno il marchio Snapdragon, mentre i processori della serie 200 rientreranno sotto il nuovo marchio Qualcomm Mobile 200; in questo modo, la società intende differenziare le soluzioni entry-level da quelle di fascia più alta, in modo da offrire un ventaglio di proposte con migliore chiarezza e trasparenza verso tutti i clienti.

Il cambiamento, conclude la società, sembra il passo nella giusta direzione per meglio dimostrare il valore complessivo del chip, ma anche per espandere la  presenza del marchio anche al di fuori del palcoscenico dei cellulari, spostandosi a PC e server, all’auto motive, alle telecamere, ai droni alla realtà virtuale e aumentata, alle cuffie, ed altro ancora.

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