Quando il gioco si fa duro…

Apple questa volta fa sul serio e passa a vie legali per fermare la fuga di notizie che, prima del Keynote di New York, ha rivelato in anticipo le caratteristiche delle nuove macchine che la società  avrebbe presentato.
Lo annuncia uno scarno lancio dell’agenzia di stampa Reuters secondo la quale l’esposto sarebbe stato inoltrato presso la corte della contea di Santa Clara. Gli avvocati di Apple avrebbe chiesto un’ingiunzione per fermare ulteriori rivelazioni di segreti industriali, ma anche per un risarcimento economico.
La querela, avanzata nei confronti di anonimi, fa riferimento come accennato alle anticipazioni sul Cubo che erano comparse su molti siti Internet qualche giorno prima dell’apertura del MacWorld Expo.Indiscrezioni che in prima battuta erano sembrate poco credibili ma che poi sono sempre più parse fondate. La certezza che non si trattasse di semplici fantasie si è avuta quando più siti sono apparse su più pagine Internet corredate da dettagli e schizzi del Cubo.
Molto probabilmente Apple sospetta che a diffondere le informazioni sia stata una sola persona o, comunque, una sola fonte. Di qui la decisione si adire a vie legali.
Se le investigazioni dovessero giungere all’effettivo responsabile della fuga di notizie il colpevole rischierebbe grosso. La legge americana punisce severamente chi carpisce e diffonde segreti industriali, anche se ne viene a conoscenza (come probabilmente nel nostro caso) direttamente dal suo legittimo possessore. L’ipotesi più credibile, infatti, è che Apple per ragioni comprensibili (la stampa del materiale promozionale, ad esempio) sia stata costretta ad mostrare ad un pubblico selezionatissimo il Cubo, facendo però firmare un cosiddetto NDA, Non Disclosure Agreement, che proibisce la diffusione delle notizie apprese. Evidentemente qualcuno ha violato questo NDA o direttamente, postando le informazioni a siti Web, o custodendo il materiale e le informazioni senza la dovuta cura.
Per i siti web che hanno pubblicato le informazioni, invece, i rischi sarebbero molto ridotti. Un emendamento della costituzione degli Stati Uniti li protegge la libertà  di stampa altrettanto severamente di quanto punisce chi ruba segreti industriali.