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Recensione Xiaomi Wowstick: il cacciavite elettrico di precisione a portata di tutti

Un cacciavite utile per ogni piccola situazione: è la definizione che meglio si addice a Xiaomi Wowstick, uno strumento messo alla prova dalla nostra redazione nelle scorse settimane che si avvale di un kit di punte intercambiabili davvero sostanzioso e di un motore elettrico nascosto nell’impugnatura che rende l’avvitamento e la rimozione delle viti un’operazione veloce e alla portata di tutti.

Per concezione è molto simile al cacciavite elettrico ifu D1 che abbiamo provato qualche settimana fa, ma è decisamente migliore sotto diversi aspetti di cui vi parleremo nel corso di questa recensione.

Com’è fatto

Esteticamente sono quasi identici: ha una forma cilindrica ma, anziché in policarbonato, la scocca esterna è realizzata in alluminio 6063 spazzolato che gli conferisce un aspetto premium e lo rende anche maggiormente resistente all’usura.

E’ lungo all’incirca quanto una matita (15,8 centimetri) ma è molto più spesso (1,6 centimetri) perché al suo interno deve accogliere due batterie ministilo AAA (che dovrete acquistare separatamente perché non sono fornite in dotazione) per alimentare il motore.

Lungo il profilo esterno sono posizionati due pulsanti di colore nero, costruiti in policarbonato e leggermente sporgenti, che controllano il movimento della testa in un verso o nell’altro per permettere appunto di avvitare o svitare le viti.

Testa che è costruita in acciaio, apparentemente molto robusto e capace di resistere alle torsioni a cui viene costantemente sottoposta durante l’utilizzo del cacciavite. E’ inoltre accompagnata da un sistema magnetico che consente di tenere ben salde le varie punte che si possono intercambiare durante l’uso per utilizzarlo con una lunga lista di viti differenti.

Purtroppo come in ifu D1 manca un’impugnatura in gomma che ne avrebbe migliorato la presa mentre cambia il sistema di inserimento e rimozione delle viti: anziché un semplice cappuccio da svitare con le dita c’è un coperchio in policarbonato che può essere ruotato soltanto con una moneta (oppure una graffetta o un altro strumento dal lato piatto che avete a portata di mano), rendendo così la sostituzione delle batterie meno agevole. L’alloggiamento per le batterie però gode di quel millimetro in più che permette di infilarle e sfilarle senza problemi e con estrema facilità.

Le punte

In confezione è presente un altro cilindro in plastica trasparente al cui interno sono raccolte le 20 punte in dotazione. Sono realizzate in acciaio legato S2 e le trovate bloccate a gruppi di quattro su uno scheletro in gomma accompagnato da un debole sistema magnetico che, combinato agli alloggiamenti costruiti millimetricamente su misura delle varie punte, mantengono queste ben salde e in posizione, evitando cioè che possano cadere e disperdersi all’interno della confezione.

Questo porta-punte è abbastanza comodo perché oltre ad essere trasparente e permettere così di visionare rapidamente le varie punte a disposizione, presenta i simboli e la relativa sigla stampati lungo la superficie esterna, molto utile se si sta procedendo alla manutenzione di un sistema elettronico la cui guida elenca proprio i nomi degli strumenti necessari per portarla a termine con successo.

Sono presenti pressapoco le punte più utilizzate nei dispositivi elettronici in commercio: si passa dalle classiche punte a taglio e a croce in varie dimensioni a quelle a stella che usa ad esempio Apple sugli iPhone. Di seguito la lista completa:

  • PH000
  • PH0
  • PH2
  • SL1.0
  • SL2.0
  • SL3.0
  • H2.5
  • H3.0
  • T5
  • T6
  • T8
  • P2
  • P5
  • P6
  • S0
  • (TRIANGOLARE)3.0
  • Y0.6
  • Y2.5
  • U3.0
  • 0.8

Il porta-punte cilindrico risulta molto compatto ed altamente tascabile soprattutto perché, proprio per via della sua forma, si può facilmente infilare nel taschino di un grembiule insieme al cacciavite.

Tuttavia se si utilizza continuità, magari su un banco da lavoro, forse potrebbe risultare più comodo un astuccio di forma tradizionale come potrebbe essere ad esempio una scatolina dove infilare le varie punte in appositi alloggiamenti con la relativa etichetta per un più rapido rintracciamento delle singole punte a disposizione.

Come va

Nell’uso pratico non c’è alcuna differenza con ifu D1 e probabilmente con molti degli altri cacciavite elettrici disponibili in commercio. La rotazione della testa, come dicevamo controllata in un verso o nell’altro attraverso la pressione prolungata del rispettivo pulsante, è abbastanza veloce per garantire una rapida rimozione o altrettanto rapido serraggio delle viti.

Riesce a mantenere la velocità anche a fine corsa e per questo è importante dosare la rotazione, magari con piccoli colpetti, per evitare che un eccessivo serraggio possa compromettere la stabilità delle viti nei componenti più fragili. Al contrario se la vite è troppo serrata potrebbe non avere forza sufficiente per sganciarla: si dovrà pertanto procedere manualmente, ruotando il cacciavite per alleggerire la presa e portare poi a termine l’estrazione della vite con il sistema elettrico.

Per questa ragione l’utilizzo delle batterie non è obbligatorio: il cacciavite funziona benissimo anche se si decide di ruotarlo manualmente e, in questo senso, la forma cilindrica – specialmente perché come spiegato in precedenza manca un’impugnatura in gomma – non aiuta. Uno o due lati leggermente appiattiti, meglio ancora se fossero tutti livellati come quelli di un classico lapis, avrebbero infatti offerto una migliore maneggevolezza, chiaramente a fronte di un corpo leggermente più ingombrante ma che in tal caso saremmo stati pronti ad accogliere a braccia aperte.

Ci teniamo infine a precisare che di norma la scelta tra un cacciavite e l’altro ricade soprattutto sulla qualità delle punte. Tendenzialmente quelli più economici si usurano prima degli altri o perdono la filettatura dopo pochi utilizzi: le nostre prove si fermano ad uno o due test su qualche dispositivo elettronico in casa e su un paio di viti del sistema di LED nel sottopensile della cucina, perciò non possiamo garantire sulla durata nel tempo delle punte in dotazione.

Conclusioni

L’impiego che si può e si deve fare con questo cacciavite è sottolineato dalla dimensione delle punte in dotazione, che non supera mai i 3 mm. La potenza del motore infatti non è abbastanza per permettere di togliere o serrare adeguatamente viti a oggetti più grandi come potrebbero essere ad esempio un mobile di IKEA ma anche bauli o piccoli scrigni in legno che utilizzano viti più grandi di quelle compatibili con le punte che trovate in confezione.

L’utilizzo di questo cacciavite è infatti indicato principalmente a chi esegue riparazioni di piccoli dispositivi elettronici come smartphone, tablet, computer o simili. Se invece siete disposti ad usarlo senza batterie, ruotando cioè l’impugnatura con la forza delle vostre mani, allora l’unico limite sarà dettato dalla compatibilità delle punte con le vite da serrare/rimuovere.

Bozza automatica

Prezzo al pubblico

Quel che dovrebbe farvi correre subito a comprarne uno è il prezzo: nel momento in cui scriviamo è in vendita su GearBest per soli 12 euro circa, (utilizzando il codice sconto GBAFF081212) cioè molto meno di quel che normalmente spendereste per acquistare anche solo due o tre dei cacciaviti tradizionali con le medesime punte in dotazione nel kit che, lo ricordiamo, sono 20 e pienamente utilizzabili attraverso una pratica impugnatura motorizzata.

Pro

  • Ottima costruzione
  • Ampio kit di punte e disposizione
  • Facilità di estrazione ed inserimento delle batterie
  • Motore piuttosto rapido
  • Buona potenza del sistema magnetico nella testa rotante

Contro

  • Coperchio batterie poco pratico
  • Impugnatura scivolosa

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